Luca Canale Brucculeri ci ha dato la possibilità di visionare il suo Onirica e questa è la nostra recensione
Onirica è l’opera prima di Luca Canale Brucculeri girato in modo indipendente. Il film mette in chiaro subito che le vicende narrate nel film avranno come scenario Torino la capitale italiana dell’esoterismo. Già dalle prime inquadrature traspare l’amore che il regista ha per questa città. La seconda cosa che si capisce subito è, invece, l’amore che ha il regista per Dario Argento. Il film infatti è un giallo che si dipana tra citazioni e omicidi presi direttamente dai film di Argento.
Il film ha un ritmo molto serrato e la tensione è palese. È un classico giallo all’italiana di quelli che non se ne fanno più ma in cui eravamo tanto bravi. Questo film può rappresentare un degno figlio di quel tipo di cinema? In parte. La prova attoriale è complessivamente buona, qualche volta inciampa anche se non influisce e non rovina il pathos del film. Altro aspetto degno di nota è la fotografia curata da Mattia G. Furlan. A volte forse eccessivamente fluo per periodi anche prolungati ma il film si chiama Onirica e questo bivio tra realtà e sogno viene reso abbastanza bene da questa scelta.
La scelta più apprezzata è sicuramente quella degli effetti speciali. In questo film hanno lavorato maestranze come si faceva una volta. La componente CGI per una produzione a basso budget può essere spesso l’elemento più disturbante e che affossa la tensione creata fino a quel momento. Questo non avviene qui, le morti sono ben rese e non si ha mai l’impressione di trovarci davanti qualcosa fatta da inesperti. Il lavoro c’è e si vede.
Tirando le somme
Onirica è un’opera prima che convince molto. Un film di cui il cinema italiano ha bisogno e che è una speranza nell’omologazione generale. Se lo trovate in sala correte a vederlo perché è una pellicola che vi rapirà nel racconto e se siete fan di Dario Argento godrete il doppio.
Supportiamo il più possibile il cinema di genere ed indipendente italiano perché ne eravamo maestri e ce ne siamo dimenticati. Per fortuna Luca Canale Brucculeri ne dà memoria con il suo Onirica.
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