Pochi si ricordano del progetto Bio Bus, altrimenti detto anche “poop bus” (ossia “cacca-bus”), lanciato in Inghilterra nel 2014. L’idea della società britannica di energie rinnovabili e gestione di rifiuti alimentari, GENeco, non ha ricevuto i fondi necessari per mantenere i pochi autobus ecofriendly esistenti e costruirne altri.
Un ottimo progetto ecosostenibile
I “cacca-bus” della GENeco avevano davvero il potenziale per diventare il futuro dei trasporti pubblici urbani ed extra-urbani. Questo veicolo infatti funzionava grazie a gas biometano ottenuto dalla fermentazione e compostaggio di rifiuti alimentari ed escrementi umani.
Secondo una ricerca degli esperti GENeco, infatti, gli escrementi di cinque persone avrebbero alimentato un autobus per 300 km. Con i primi test, la teoria è stata confermata: 299 km percorsi, con il 30% di emissioni di CO2 in meno e l’80% di NO2 in meno.
La prima tratta da Bristol a Bath (24 km) ha avuto anche successo, tanto da portare modelli simili a Oslo, precisamente 100 modelli. I costi, del resto, erano appetibili, avendo un prezzo pari a quello della benzina.
“Questo bus funziona grazie alle persone della zona, magari gli stessi passeggeri dell’autobus. […] Ha operato per un anno e il feedback è stato decisamente positivo. Ancora più importante, ha avviato un dibattito a livello globale riguardante il futuro del gas biometano ottenibile in questo modo.”
Il fallimento del progetto
Purtroppo però GENeco non ha ricevuto i £2.5 milioni necessari per produrre 20 bio-bus entro il 2019. Inoltre, l’Office for Low Emission Vehicles aveva già rifiutato l’offerta della GENeco, per quanto avesse in precedenza già dato loro il permesso di produrre 70 bus a biometano da collocare in altre zone, per altre tratte.
Gli sforzi della società non sono comunque andati persi: tutta l’energia prodotta e rimasta dopo i test è stata distribuita nella rete nazionale del gas per alimentare ben 8,300 case. Il biometano prodotto da rifiuti alimentari ed escrementi umani, infatti, costituisce il 10% del gas a disposizione dell’Inghilterra.
La discussione è ancora aperta oggi, tanto da far pensare che i “cacca-bus” possano tornare in futuro. Servono però più investimenti, serve crederci di più, per l’ambiente.
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