Sono stati arrestati venerdì in Polonia due cittadini, uno cinese e uno polacco, con l’accusa di spionaggio e di aver condiviso informazioni con l’intelligence di Pechino. Il cittadino cinese, identificato dall’ambasciata cinese in Polonia come Weijing Wang, sarebbe un impiegato di Huawei.
“Il cittadino cinese è un uomo d’affari che lavora per un’importante azienda elettronica, mentre quello polacco è noto in ambienti associati al business cibernetico“. Questa la dichiarazione dell’agenzia statale Pap. Secondo l’emittente televisiva polacca TVP, inoltre, il cittadino polacco sarebbe un ex agente dell’Agenzia di Sicurezza Interna.
Huawei ha dichiarato di essere al corrente della situazione, e di star indagando. Ha inoltre aggiunto che “Huawei si attiene a tutte le leggi e regolamenti applicabili nei Paesi in cui opera, e richiediamo ad ogni impiegato di rispettare tutte le leggi e i regolamenti del Paese in cui lavora”.
L’origine dei conflitti contro Huawei
L’arresto dei due cittadini polacchi non è che uno della lunga serie di procedimenti legali presi contro Huawei, accusata di prendere parte ad operazioni di spionaggio. L’opera di repressione dell’azienda cinese inizia infatti nel 2017, anno in cui la Cina ha introdotto una nuova legge nazionale per l’intelligence e in cui Huawei è al centro, insieme alla compagnia ZTE Corp. La legge afferma che i cittadini e le organizzazioni cinesi “dovranno, in conformità della legge, supportare, cooperare, e collaborare nel lavoro di intelligence nazionale”. Ciò consentirebbe a Beijing di chiedere a Huawei di introdursi nei suoi dispositivi per operazioni di spionaggio o sabotaggio.
A seguito di questi eventi la prima ad intervenire è stata l’America, dando inizio ad una vera e propria lotta contro Huawei e bandendo i suoi dispositivi dal territorio americano, invitando gli altri Paesi a fare lo stesso. A novembre, inoltre, la CFO è stata arrestata in Canada, ora rilasciata su cauzione ma che rischia ancora l’estradizione dagli Stati Uniti. L’Australia e la Nuova Zelanda hanno poi escluso Hauwei dallo sviluppo della rete 5G, e anche la Norvegia sembra avere le stesse intenzioni.
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