Darksiders è tornato con furiosa energia
Nel 2010, THQ pubblicò sul mercato Darksiders, un action RPG nato dalla mente di Joe Madureira, noto fumettista, e sviluppato da Vigil Games, software house di cui lo stesso disegnatore era fondatore. Il titolo non passò inosservato, grazie ad un’esperienza capace di unire i canoni classici di saghe leggendarie come The Legend of Zelda a tanti elementi vincenti. Tra questi ricordiamo un combat system profondo, una direzione artistica accattivante e una trama dalle elevate vette di qualità. Darksiders fu capace di accordare videogiocatori e critica specializzata, che hanno fin da subito riconosciuto nel gioco il potere di dare i natali a un franchise.
Il titolo traeva forte ispirazione dall’Apocalisse e dalla battaglia dell’Armageddon descritte nel Libro della Rivelazione del Nuovo Testamento, mettendoci nei panni di uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse: Guerra. L’enorme successo ottenuto portò Vigil Games alla creazione di un sequel del primo Darksiders, con protagonista un nuovo Cavaliere, Morte, che tuttavia risultò essere meno riuscito del capostipite per diversi aspetti. Nonostante le vendite di Darksiders II non furono disastrose, Vigil Games – all’epoca di proprietà di THQ – dichiarò bancarotta, lasciando la saga dedicata ai Quattro Cavalieri abbandonata al proprio destino.
Per fortuna Nordic, contestualmente all’acquisizione di THQ, ha deciso di riportare in vita il brand di Darksiders, appropriandosi dei diritti e pubblicando le rimasterizzazioni di entrambi i capitoli, sviluppate da Gunfire Games. Dato il discreto successo avuto da entrambe le riproposizioni, THQ Nordic ha messo in cantiere e portato al pubblico un nuovo capitolo di Darksiders, affidandolo proprio a Gunfire Games. Darksiders 3 è approdato su PC, PlayStation 4 e Xbox One, e sarà riuscito a tenere testa ai due precedenti capitoli nonostante Madureira non sia più coinvolto nel progetto? Venite a scoprirlo nella nostra recensione!
I Sette Peccati Capitali
Darksiders 3 ci narra, ancora una volta in maniera parallela rispetto alle vicende di Guerra, le gesta di Furia, Cavaliere dell’Apocalisse. L’Arso Consiglio ha imprigionato Guerra, accusandolo di aver rotto l’Equilibrio tra il mondo degli Angeli, quello dei Demoni e quello degli Umani; le gesta del Cavaliere hanno infatti creato scompiglio nel delicato bilanciamento tra universi, liberando schiere di Demoni, orde di zombie e soprattutto i Sette Peccati Capitali, dei potentissimi esseri imprigionati dall’Arso Consiglio secoli addietro, capaci di stravolgere l’esito della guerra che imperversa sulla Terra. Furia, sconvolta dalla reclusione di Guerra, accetta con piacere il compito affidatole dall’Arso Consiglio: trovare i Sette Peccati Capitali con l’aiuto di una Sentinella e imprigionarli nuovamente, il tutto in cambio del comando dei Quattro Cavalieri.
Tuttavia, durante la sua missione Furia incontrerà numerosi PNG, alcuni già visti nelle passate iterazioni della saga, che le faranno mettere in dubbio la sua fedeltà all’Arso Consiglio, convincendola di essere solo una pedina inserita in una macchinazione molto più grande. I colpi di scena, alcuni momenti particolarmente evocativi e ben realizzati, oltre che l’egregia caratterizzazione di Furia, dei Peccati Capitali e di tutti i comprimari, contribuiscono a rendere il comparto narrativo di Darksiders 3 una vera bellezza. Tuttavia, ci sono alcuni momenti particolarmente confusi dettati dall’intricata trama che viene portata avanti dal lontano 2010, i quali potrebbero minare le convinzioni dei più affezionati e che non potrebbero essere compresi appieno da chi si avvicina alla saga di Darksiders per la prima volta.
Furia, un’ottima protagonista
Splendida, come già anticipato in precedenza, la caratterizzazione di Furia, personificazione praticamente perfetta di ciò che rappresenta il suo nome. La donna è spietata, bramosa di potere, pronta a tutto pur di raggiungere il proprio tornaconto personale; una macchina da guerra mossa solo e unicamente dal nome che porta, la quale accetterà di scendere a compromessi con chi le si para davanti solo per ricevere qualcosa che possa aiutarla nella sua missione. La discendente dei Nephilim subirà inoltre una concreta e inaspettata evoluzione, che la ammorbidirà sotto alcuni punti di vista, rendendola per certi versi più umana.
Come già affermato, anche i Seven Deadly Sins, alcuni più di altri, sono egregiamente caratterizzati grazie anche in questo caso a una enorme fedeltà rispetto al nome che portano e a ciò che impersonano. Nonostante alcune incertezze e una fase finale piuttosto affrettata, non possiamo non promuovere il comparto narrativo di Darksiders 3, il quale risulta per ovvie ragioni meno dirompente del capostipite della saga, ma che ha comunque tantissimo da dire. Sotto questo punto di vista dunque, Gunfire Games ha fatto tutto il possibile per tenere alto il nome della saga.
Un gameplay totalmente nuovo
Darksiders 3 può essere considerato una sorta di resurrezione sia per quanto riguarda la vera e propria continuazione del brand, sia per quanto riguarda la struttura delle meccaniche. Il lavoro di Gunfire Games si è distaccato in maniera energica da quella struttura che ci piace definire “Zeldalike” presente in maniera massiccia nel primo capitolo, per venire poi rimaneggiata nel secondo. Diciamo dunque addio ai dungeon, agli oggetti e alle chiavi da trovare per arrivare al boss di fine livello, e diamo il benvenuto a un titolo più vicino a un “soulslike” anziché all’action RPG di stampo classico. Dopo la prima ora e mezza di gioco, per la verità piuttosto lineare, Darksiders 3 mette in mostra tutte le sue potenzialità, proponendoci una mappa enorme, costellata di nemici che ci daranno filo da torcere, e da esplorare liberamente con un solo limite: quello dei potenziamenti.
Infatti, da un certo punto del gioco Furia avrà accesso agli Hollow, poteri elementali che le doneranno sia un’arma secondaria, sia un potenziamento delle sue abilità fisiche e motorie. Per intenderci, l’Hollow del fuoco donerà a Furia la possibilità di eseguire un salto caricato che le darà accesso a zone altrimenti impossibili da raggiungere. Per orientarci all’interno della grande varietà di paesaggi presenti avremo a disposizione una sorta di radar che ci indicherà il Peccato Capitale più vicino; ciò consente di eliminare la linearità di approccio vista negli altri capitoli della saga. I boss infatti, fatta eccezione per quelli raggiungibili solo tramite i poteri degli Hollow, sono affrontabili in ordine sparso, lasciando ampia libertà al giocatore.
La scuola di Hidetaka Miyazaki
Palese in tal senso l’ispirazione ad un mostro sacro del genere, Hidetaka Miyazaki; i Gunfire Games non potranno infatti negare di aver attinto a piene mani dalla saga di Dark Souls e dalla scuola Miyazakiana per la creazione di questo titolo. La mappa di Darksiders 3 ci ha ricordato, con il dovuto ridimensionamento, quella del primo Dark Souls. Ogni zona è infatti connessa alle altre in maniera piuttosto intelligente, grazie alla presenza di scorciatoie e di un pizzico di backtracking che ci sarà utile per recuperare alcuni degli oggetti che ci eravamo lasciati alle spalle, in quanto irraggiungibili se non tramite l’utilizzo di un nuovo Hollow.
Ogni nemico ucciso ci donerà delle anime, da cedere poi all’onnipresente Vulgrim, demone visto già nelle scorse incarnazioni del brand, per salire di livello. A ogni morte tuttavia perderemo tutte le anime in nostro possesso, che saranno recuperabili distruggendo degli ammassi di anime presenti nel luogo in cui abbiamo raggiunto una fine prematura. I resti lasciati dai nemici saranno dunque fondamentali per aumentare i tre parametri di Furia: Salute, Forza e Arcano.
Difficile, punitivo a tratti, ma i boss sono sbilanciati
Darksiders 3 è già di per sé particolarmente ostico, e senza potenziamenti si rivelerà addirittura un incubo a occhi aperti. Inoltre, è possibile potenziare anche le armi di Furia, tramite degli oggetti che ci hanno ricordato le indimenticabili Titaniti di Dark Souls. Da menzionare inoltre la possibilità di incastonare nelle varie armi a disposizione degli artefatti angelici o demoniaci, utili a potenziare ulteriormente le vostre dispensatrici di morte. Inoltre, sono presenti ulteriori oggetti che renderanno gli attacchi di Furia più potenti per un breve lasso di tempo. Il corretto aumento di livello, il costante potenziamento delle armi e l’utilizzo al momento giusto delle cure e dei buff presenti possono dunque fare la differenza tra la vita e la morte. Darksiders 3 si presenta, a differenza dei predecessori, come un titolo parecchio punitivo e dalla difficoltà parecchio elevata, almeno nei combattimenti contro le creature che troverete durante il vostro cammino.
Discorso diverso invece quello riguardante i boss; nonostante l’ottima caratterizzazione sia estetica che non, alcuni di questi saranno davvero facili da battere, mentre altri vi daranno parecchio filo da torcere anche se sarete correttamente equipaggiati. Un maggior bilanciamento in tal senso sarebbe stato sicuramente gradito, in quanto ogni boss fight è comunque ben realizzata, divertente e scenograficamente molto riuscita.
Combat system Furioso
Passando invece alla colonna portante di Darksiders 3, il combat system, possiamo affermare che il lavoro compiuto dai ragazzi di Gunfire Games sia particolarmente riuscito. Gli attacchi di Furia sono legati essenzialmente alla pressione di due tasti, uno dedicato all’arma primaria ed uno alla secondaria. Nonostante il tasto da utilizzare in combattimento sia uno, le combo che la nostra Furia potrà concatenare saranno molteplici. Queste sono legate alle volte e alla durata delle pressioni del tasto dedicato. Per intenderci, se dovessimo pigiare in maniera prolungata il tasto di attacco dell’arma primaria, la ormai famosa frusta, verrà eseguita una determinata combo, mentre se dovessimo premere in maniera ripetuta il suddetto ne verrà sferrata un’altra. Inoltre è presente il tasto dedicato alla schivata, che se eseguita con il giusto tempismo permetterà a Furia di sferrare un feroce attacco arcano o elementale, a seconda dell’arma scelta.
Primarie, secondarie e Forma Caotica
Molto ben riuscite anche le varie armi secondarie, legate ai poteri degli Hollow conquistati durante il prosieguo dell’avventura. Quest’ultime si adattano a qualunque stile di gioco, passando da attacchi estremamente veloci ma deboli, ad attacchi molto lenti ma che infliggeranno un quantitativo spropositato di danni. Ogni arma ha inoltre un potere speciale, attivabile tramite la pressione di due dei dorsali dopo il caricamento di un’apposita barra. Presente, come in ogni capitolo della serie, anche la possibilità di scatenare la vera forma di Furia, la Forma Caotica, che vi permetterà di recuperare gran parte della salute persa e di sferrare delle combo che faranno fuori qualunque mostro vi si pari davanti.
Tuttavia, l’utilizzo della Forma Caotica ci è sembrato abbastanza inutile contro i boss, in quanto il quantitativo di danni inflitti è sicuramente minore di quello che ci si aspetta. Abbiamo dunque utilizzato questa forma solo quando il Riposo dei Nephilim, oggetto di cura principale, e i frammenti di guarigione erano ormai terminati al fine di recuperare un po’ della salute persa.
Un po’ soulslike, un po’ metroidvania
Questo “nuovo” Darksiders ideato da Gunfire Games dunque ci ha particolarmente convinto anche per ciò che riguarda le meccaniche. Il passaggio da una struttura ludica vicina a quella dei The Legend of Zelda 3D a una che risulta un ibrido ben riuscito tra un soulslike e un metroidvania è a nostro avviso ciò che serve per rendere giustizia al nome di Darksiders. Nonostante uno schema abbastanza classico e non innovatore, il gioco riesce comunque a divertire grazie al confezionamento di un sistema rodato e solido.
Tecnicamente apocalittico
Purtroppo, la natura low budget di Darksiders 3 viene a galla dal punto di vista tecnico. I limitati fondi a disposizione di Gunfire Games hanno portato a un comparto grafico parecchio limitato, con texture non definite e un frame rate a tratti orripilante. Nonostante nel complesso le ambientazioni siano ben costruite e soprattutto ben inserite nel contesto proposto da Darksiders, trasudando l’Apocalisse da tutti i pori, abbiamo notato una certa piattezza per ciò che riguarda l’impatto grafico generale, gli effetti scenici ed i nemici, vari ma molto poco ispirati. Nonostante la nostra prova sia stata effettuata su una PlayStation 4 Pro, i cali del frame rate sono stati costanti soprattutto nelle situazioni più concitate, andando a compromettere i combattimenti e l’esplorazione in generale.
Se il design delle ambientazioni, per quanto classico, ci ha convinto, lo stesso non si può dire di alcune scelte di character design, ambito in cui l’assenza di Madureira si fa sentire parecchio. Furia ed alcuni dei Peccati Capitali ricalcano alla perfezione lo stile del fumettista, mentre lo stesso non si può dire di altri boss e di alcuni personaggi secondari, che cercano invano di ricalcare l’operato dell’ex fondatore di Vigil Games. Lo sforzo di Gunfire Games è da apprezzare, in quanto la difficoltà nel riprendere pedissequamente lo stile di Madureira è enorme e non si può certo dire che il risultato sia da dimenticare. Ottimo anche il doppiaggio dei vari personaggi, sia in Italiano che in lingua originale.
Musica incalzante e ottimizzazione da rivedere
Di buona fattura anche la colonna sonora, con brani inseriti in maniera sapiente, utili a preparare il giocatore agli epici scontri che dovrà affrontare. Da segnalare la presenza di una telecamera non propriamente perfetta, che il più delle volte si incastra in determinati punti dello schermo, facendoci perdere di vista il combattimento o alcuni nemici che stanno per attaccarci. Speriamo dunque nell’arrivo di un aggiornamento correttivo, almeno per ciò che riguarda il frame rate, dato che il titolo su PC di fascia media raggiunge tranquillamente i 60 frame per secondo. Un po’ più di ottimizzazione e una maggior rifinitura per le versioni console sarebbe stata dunque assolutamente gradita.
In conclusione…
Darksiders 3 è un ottimo gioco e un bel seguito, il quale ha riportato in vita una delle saghe videoludiche più sottovalutate degli ultimi anni. Un buon comparto narrativo e delle meccaniche classico e divertenti contribuiscono a rendere il lavoro di Gunfire Games un ottimo action RPG, che nonostante le tante ottime uscite di quest’anno ha sicuramente qualcosa da dire. Il neo più grande del gioco riguarda sicuramente il lato tecnico, che necessita di qualche modifica utile a rendere il titolo più fluido. Nonostante l’assenza di Madureira, possiamo affermare che Darksiders 3 sia un degno seguito di un’ottima saga, grazie al lavoro di una casa di sviluppo che, per quanto piccola, ha saputo tener testa alla defunta Vigil Games, che con Darksiders II non fece un lavoro degno di nota.
Se avete voglia di immergervi nuovamente nell’Apocalisse, questo titolo fa sicuramente per voi. Nonostante non ci sia una miriade di attività ludiche a disposizione come in altri prodotti videoludici contemporanei, siamo sicuri che vi divertirete, e parecchio. La recensione termina qui, lasciandovi nella speranza di vivere nuovamente le avventure dei Quattro Cavalieri in un ipotetico quarto capitolo di questa saga, che ha dimostrato di avere ancora qualcosa da dire.
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