«Sono stato in altre convention in giro per il mondo, ma non hanno nulla a che vedere con quello che sto vedendo a Lucca»
Il Lucca Comics & Games 2018, oltre a permetterci la visione in anteprima del primo episodio di Narcos Messico, ci ha concesso anche la rara occasione di spendere qualche ora in compagnia degli attori protagonisti della serie.
Abbiamo avuto il privilegio ed il piacere di incontrare Michael Peña e Diego Luna in due occasioni. La prima in sala stampa, la seconda nella splendida cornice dell’Auditorium San Francesco dove i due attori hanno incontrato e risposto alle domande dei fan.
I due hanno subito messo in chiaro che Narcos Messico, pur essendo tecnicamente la quarta stagione dello show, è come se fosse un capitolo a parte. Lo considerano qualcosa di nuovo. «Sarà un nuovo inizio, non la quarta stagione di Narcos. Sono felice che il pubblico possa scoprire la grande qualità degli attori messicani» dichiara Peña. Ed ovviamente ci sono state e continuano ad esserci molte pressioni a riguardo. Quando porti un nome pesante come quello di Narcos, infatti, è molto importante fare attenzione a non sbagliare. Tutti i fan si aspettano una nuova stagione che possa eguagliare le precedenti e la troupe si è impegnata per consegnare un prodotto all’altezza delle aspettative.
«Abbiamo bisogno di far capire ai fan come si è arrivati agli attuali rapporti tra Usa e Messico»
Non sono però mancate le difficoltà. Quando viene ricordata la morte di un assistente di produzione avvenuta proprio in Messico sul set, è Diego a prendere parola. Luna ricorda che la tragedia accadde quando lo show era ancora in fase di pre-produzione, tanto che lui non era nemmeno stato scritturato per il ruolo, ma che ne rimase comunque sconvolto. «L’industria messicana del cinema è piccola e ci conosciamo tutti». Sapevano che andare a girare lì sarebbe stato pericoloso, ma hanno deciso di farlo comunque per far sapere al mondo cosa realmente succede in quella parte del mondo.
«Io, come messicano sento un grande senso di responsabilità anche nei confronti dei miei connazionali. La storia di Kiki Camarena è fondamentale per comprendere il Messico di oggi e abbiamo la responsabilità di raccontarla. Ho accettato questo ruolo perché penso che questa sia una storia molto importante da raccontare. In dodici anni sono morte 250mila persone per la guerra della droga: vorrei anche che chi si droga in Europa si domandasse da dove arriva quella droga» dichiara Luna.
«Oggi, arrivando dal Messico, non puoi portare negli Stati Uniti nemmeno una bottiglietta d’acqua: allora ci trasportarono chili di cocaina» aggiunge Peña.
Il fascino del criminale
Si parla poi del rischio per le nuove generazioni di mitizzare la figura del criminale. A tal proposito, Michael afferma «Non è arrivata prima l’arte, ma la vita, né è arrivata prima la serie tv, ma la droga in Messico».
Anche secondo Luna «non c’è alcuna glorificazione dei criminali, anzi: lo guardi e capisci che non vuoi fare quella vita terrificante. Quando avevo quattordici anni ho guardato Quei bravi ragazzi, ma non ho mai chiuso un amico nel bagagliaio di una macchina. Narcos Messico non è soltanto ‘buoni contro cattivi’: parliamo di un sistema complesso, che coinvolge anche polizia, militari e governo, in entrambi i paesi. Noi vogliamo raccontare queste scale di grigio».
Trump e il “vento di destra”
Si è poi passati, inevitabilmente, a toccare argomenti più seri. Quando è stata chiesta ai due attori la loro opinione sulle politiche di Trump, Michael, americano ma di origini messicane, ha affermato «Non conosco molto bene le sue politiche ma conosco bene la sua retorica che è il mezzo che lo ha portato a essere eletto presidente degli Stati Uniti d’America. Ha parlato molto del muro, ma di fatto ancora non è stato costruito.»
Interviene poi Luna, che invece è messicano di nascita: «Conosco bene il confine, perché almeno due volte al mese lo devo attraversare. Trump si preoccupa delle persone sbagliate. Il problema più grosso è la polarizzazione della società. Purtroppo tutto il mondo sta affrontando un momento buio, c’è aria che soffia da destra, ovunque. Con la Brexit, le elezioni in Colombia, la situazione in Brasile. Anche per questo noi, come persone comuni, non dobbiamo più affidarci solo ai politici ma essere pronti a impegnarci attivamente, in prima persona»
Quale futuro per Narcos Messico?
Viene poi citato Pedro Pascal, l’interprete di Javier Peña nelle precedenti tre stagioni dello show e riguardo alla possibilità di affrontare eventuali ulteriori stagioni della serie, Luna scherza: «Continuare con la serie? Se non piacerà ai fan non avrò più un lavoro, ma spero vivamente di sì!»
Quando poi viene chiesta loro qualche anticipazione sulla, eventuale, prossima stagione, Michael dichiara ridendo «La guarderò!» aggiungendo «Prima o poi morirò!». Diego invece rimane più elusivo affermando che «basta aspettare qualche settimana e poi potrete farvi voi stessi un’idea!»
Ci viene però dato un input interessante quando i due affermano che ad un certo punto ci renderemo conto di come anche quelli che apparentemente sembrano essere ai piani alti in realtà lavorano per qualcun altro.
Per adesso ci dobbiamo accontentare di questo e salutare Michael Peña e Diego Luna. I due si sono stupiti dell’accoglienza e della fiera in se, definendola una convention diversa da tutte le altre a cui hanno partecipato.
Narcos Messico sarà disponibile su Netflix a partire dal 16 novembre.
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