Apple e Samsungcostringono i loro utenti a scaricare aggiornamenti software su smartphone non in grado di supportarli adeguatamente, e senza fornire informazioni adeguate. Queste le accuse del Garante Italiano dei consumatori. Come risultato di una lunga indagine, infatti, l’AGCOM sanziona Samsung e Apple, i due colossi della telefonia mondiale, colpevoli di aver violato gli articoli 20, 21, 22, 23 e 24 del Codice di Consumo italiano.
Le due aziende avrebbero infatti messo in atto la strategia dell’”obsolescenza programmata”, provocando “gravi disfunzioni” e “riducendo in modo significativo le prestazioni, in tal modo accelerando il processo di sostituzione degli stessi”.
L’accusa ad Apple
Tra le due coinvolte, l’azienda di Cupertino ne esce sicuramente più colpita: dovrà infatti pagare una multa di dieci milioni di euro e rispondere a una doppia accusa. Secondo l’AGCOM, Apple avrebbe volontariamente rallentato dispositivi allora nuovissimi, iPhone 6 e 6s con relative versioni plus. Gli utenti sarebbero stati costretti a scaricare il nuovo sistema operativo iOs 7 – sviluppato per il nuovo modello iPhone 7 -. Ciò ha causato malfunzionamenti negli iPhone 6, come spegnimenti improvvisi, dovuti dalle “maggiori richieste di energia del nuovo sistema operativo”. Inoltre non ha nemmeno predisposto alcuna misura di assistenza per i dispositivi non più coperti da garanzia legale, ma che non funzionavano per colpa dell’azienda stessa. E ha offerto un cambio della batteria a prezzo ridotto solo nel dicembre del 2017, quasi un anno dopo il rilascio dell’aggiornamento iOs 10.
Ad aggravare ulteriormente la posizione di Apple ci sarebbe il fatto che “non ha fornito ai consumatori adeguate informazioni su alcune caratteristiche essenziali delle batterie al lito, quali la loro vita media e deteriorabilità, nonché circa le corrette procedure per mantenere, verificare e sostituire le batterie”.
L’accusa a Samsung
Più leggere le accuse verso Samsung che però, secondo l’Antitrust, avrebbe comunque utilizzato questa pratica illegale, e che dovrà pagare 5 milioni di multa.
Il modello colpito dall’obsolescenza programmata sarebbe Samsung Galaxy Note 4, presente sul mercato dal 2014. Nel 2016 però, gli utenti vengono esortati a installare Marshmallow, la nuova versione del sistema operativo Android, senza che l’azienda informasse adeguatamente “dei gravi malfunzionamenti per il Note 4 dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware”.
Il malfunzionamento dei dispositivi ha quindi costretto gli utenti a recarsi nei centri assistenza, o a passare a un dispositivo nuovo. Entrambe soluzioni costose, e potenzialmente evitabili.
La risposta di Samsung
Non si fa attendere la risposta di Samsung, fortemente in disaccordo con la decisione del Garante italiano. L’azienda, infatti, dichiara:
“Per Samsung la soddisfazione dei propri clienti è obiettivo primario, strettamente legato al proprio business. Samsung non condivide la decisione presa dall’AGCM in quanto la società non ha mai rilasciato aggiornamenti software con l’obiettivo di ridurre le performance del Galaxy Note 4. Al contrario, Samsung ha sempre rilasciato aggiornamenti software che consentissero ai propri utenti di avere la migliore esperienza possibile. L’azienda si vede quindi costretta a ricorrere in appello contro la decisione presa dall’Autorità.”
Entrambe le aziende, comunque, dovranno mostrare sulle proprie pagine web una dichiarazione che indirizzi alla decisione presa dall’Autorità italiana.
Il provvedimento completo è consultabile seguendo questo link per Apple e questo per Samsung.
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