Console standard e mid gen come scissione del marketing informativo
Dall’avvento delle console mid-gen, è venuta meno la sicurezza totale sul rendimento delle proprie macchine da gioco. Il marketing volto ai nuovi elaboratori non aiuta le vecchie console, che molto spesso vengono dimenticate anche in chiave informativa. Quante volte ci chiediamo se un nuovo videogioco abbia davvero il potere di esprimersi al meglio su PlayStation 4 e Xbox One, in seguito all’entrata in scena di PS4 Pro e Xbox One X? Spesso si tende a invertire il rapporto che lega le console di base alle mid-gen, guardando alle prime come macchine obsolete, quando bisognerebbe al contrario vedere le ultime come prodotti più performanti di macchine di pari dignità.
Informazione non pervenuta
In principio, nelle case dei più fortunati erano presenti una console current gen – al massimo la sua versione slim – accompagnata probabilmente da una o più console di generazione precedente. Di conseguenza, i giochi prodotti si limitavano alle suddette senza troppi cambiamenti sul fronte prestazionale. Console di base e versione slim, due declinazioni senza un gap tecnico degno di nota se non sul lato dei consumi e delle dimensioni fisiche della macchina.
Facciamo un salto verso il presente, in cui la costante pubblicizzazione delle apparecchiature aggiornate, giustificate da un mercato videoludico spietato, non lascia troppo spazio alle prime versioni delle console. Quest’ultime sono ormai rinominate “standard”, abbandonate al loro destino e delle quali non sappiamo se le prestazioni siano accettabili o meno finché il software finale non è sul mercato. Frutto questo di una mancata comunicazione da parte di publisher e case di sviluppo, che mantengono nel buio i preordini di migliaia di utenti fino al momento del lancio. Gli utenti finali, il vero motore dell’industria, presi alla sprovvista dall’avvento di console della stessa serie ma più prestanti, inizialmente non hanno preso bene l’accaduto.
Fendenti di marketing tracciano la linea sulla sabbia
Tuttavia, è a colpi di marketing che i suddetti, con il tempo, si sono lasciati convincere del gap prestazionale tra una console standard e una mid gen. Si è arrivati ad accettare il destino della propria PlayStation 4, fiammante di rilascio in pompa magna fino a poco tempo primo. Non avendo trovato una giustificazione concreta all’upgrade avvenuto, molti si sono affidati alle care “vecchie” console del 2013, che sembrano arrivate quasi al loro capolinea. Lo sviluppo dei videogiochi ora deve soddisfare il doppio delle architetture rispetto al passato e, mentre le console mid gen possono contare su una tecnologia più evoluto, le care vecchie amiche PS4 e Xbox One, sembrano arrivate al loro limite, ma non per questo si deve mancare di rispetto.
Un rispetto che vediamo mancare tanto alle console quanto ai primi acquirenti, che con fiducia hanno compiuto un investimento e ne hanno vista di acqua passare sotto i ponti. Questi ultimi, i quali non hanno effettuato un upgrade della console a causa di costi, mancanza di attrezzature per trarre il meglio dai nuovi apparati, hanno il diritto di sapere se il nuovo videogioco di turno avrà un’occasione o meno sulle loro prime console. Quando viene rilasciato un nuovo prodotto, vengono enfatizzate eccessivamente le prestazioni sulle macchine avanzate di Sony e Microsoft, dimenticando che ci si trova sempre nel contesto dell’ottava generazione e non in un’ipotetica “next gen”. Il riguardo che si ravvisa nei confronti di chi non possiede le mid-gen, bensì le versioni precedenti, è minimo.
La frammentazione fa bene a utenti e produttori?
Forse un modo per scoraggiare l’acquisto e spingere i nuovi acquirenti verso le macchine più recenti? Sicuramente questo è un fattore da considerare. Sta di fatto che si ottengono sempre meno informazioni riguardanti le versioni base dei giochi in uscita, e a rilascio imminente si inizia a non vedere più gli utili confronti effettuati da alcuni canali tecnici, i quali divulgano successivamente ai day one i risultati. Solo in quel momento l’utente ha modo di sapere come reagisce la propria console al nuovo software di turno. Inoltre, affidarsi alle tempistiche di terzi, preclude molto spesso i preordini da parte delle persone più acute.
Quest’ultime, oggi come non mai, attendono di conoscere le prestazioni del videogioco sulla propria macchina standard, meditando l’acquisto con solennità e attesa. L’avvento di produzioni imponenti che appaiono sul mercato dopo anni e anni di lavoro, mettono a dura prova sia le console che la mente dell’utenza al riguardo. Una determinata console potrà supportare decentemente un preciso gioco? Si usa l’avverbio “decentemente”, perché è chiaro che una determinata produzione debba girare per le console odierne di tutte le età. Una PS4 rimane una PS4, sia essa Pro, standard o slim.
La risposta? Nella maggior parte dei casi non è dato saperla fino all’uscita del gioco in discussione, il che fa sorgere non pochi dubbi riguardo l’efficienza di alcuni studi e la trasparenza dei rispettivi publisher. L’importante è giocare e trovare divertimento nelle diverse formule proposte, certamente. Tuttavia, anche l’occhio vuole la sua parte, e non parliamo di grafica, bensì di stabilità tecnica, condicio sine qua non di un rapporto sensoriale sano con un prodotto videoludico. La suddetta è garantita da un numero di opere molto ristretto, per quanto riguarda le nostre prime compagne di ottava generazione.
Ovvio il progresso, ma…
Naturalmente, ci deve essere anche in questo campo un’evoluzione: il gap con l’ambiente dei personal computer si fa sempre più rumoroso a livello mediatico, e le console non possono permettersi di rimanere troppo indietro. Sarebbe stato meglio un salto generazionale totale senza, passare dalla mid-gen? Può darsi, ma la mid-gen dopotutto tenta di svecchiare i vecchi sistemi dai quali scaturisce, senza però lasciarli nel baratro. Inizialmente, i cambiamenti evidenti di un titolo in riproduzione su una PS4 e una PS4 Pro differiva semplicemente per risoluzione e colori, grazie al supporto del HDR (High Dynamic Range) – ovviamente se muniti di un pannello adatto. La combinazione tra pannelli e videogiochi che supportano suddetta tecnologia, dà vita a un impatto visivo decisamente capace di sbalordire rispetto alle versioni standard.
Inoltre, questi nuovi hardware non hanno nascosto una capacità processuale e di memoria utile per aumentare la fluidità dei software, che spesso viene meno con le produzioni più imponenti. Allo stato attuale, presa confidenza con le macchine, la differenza tra le due piattaforme ha raggiunto il suo culmine, e molto spesso chi possiede le console standard fa fatica a godere appieno di un titolo senza incappare in cali di frame drastici su schermo. Un’altra scissione pesante nel mercato delle console, in termini bruti di prestazioni, si è verificata con il lancio di Xbox One X, la console più potente del mondo. Nuova tecnologia, sistema di raffreddamento avanzato per il mondo console, chipset grafico all’avanguardia e un’integrazione complessiva che delineano un vero gioiellino della tecnica.
La corsa al 4K è stata motivo di discussione tra i videogiocatori già dall’uscita di PS4 Pro
Sulla carta, quest’ultima è meno prestante di One X in termini puramente tecnici, spesso messa all’indice per il mancato raggiungimento di un 4K nativo – uscita sul mercato anticipando la controparte Microsoft, che ha scelto di prendersi più tempo per non ripetere gli errori fatti con One. Gli sviluppatori si ritrovano dunque a fare i conti non più con 2 console di base, una mid gen e il variegato ambiente PC, ma devono dedicarsi a soddisfare un’ulteriore scissione. Un titolo multipiattaforma sarà dunque sviluppato in un determinato modo per PS4 e Xbox One standard (o S e Slim), in un altro per PS4 Pro e un altro ancora per Xbox One X, differenti a livello costruttivo. Gli adattamenti da fare chiaramente sono molti, e non sempre la qualità ha la meglio in rapporto ai tempi di sviluppo e al capitale conferito per la produzione.
Come muoversi nell’attuale frammentazione
Quanto manca alla prossima generazione di console? Possiamo solo stimare, ma è questione di poco tempo. Ha dunque senso passare alla mid-gen? Come detto sopra, le differenze attuali possono essere avvertite soprattutto in termini di stabilità. Un sistema più potente garantisce una maggiore stabilità indipendentemente dall’ottimizzazione, apparentemente opzionale per molte produzioni. I titoli di questa generazione sono molti, ne arriveranno altri imponenti e goderseli con l’attrezzatura adatta pare a prima riflessione la cosa migliore. Possiamo strutturare la questione nel seguente modo:
- Se si possiede una console standard dai suoi albori, dunque non S o Slim e sia verificata la disponibilità economica per effettuare un upgrade dando indietro queste ultime, potrebbe essere un’ottima mossa.
- Se si possiede una standard e ci si vuole rinnovare con S o Slim, il passaggio è sconsigliato. Tuttavia, è contemplato qualora la propria console abbia problemi dovuti all’età e all’uso, in assenza di finanze per un upgrade a Pro o X. In questo caso specifico, l’acquisto di usato verificato è consigliato.
- Se si possiede una Slim o S e si vuole effettuare l’upgrade a Pro o X in questo momento, si deve valutare bene il possibile avvento della prossima gen e magari conservare i risparmi per dedicarsi alla novità. Consigliamo di sopportare ancora un po’ la condizione di instabilità precaria dell’ottimizzazione, in attesa di nuove macchine che sicuramente avranno funzioni di retrocompatibilità.
- Possedendo una Slim o S è consigliabile attendere la nona generazione di console, e in caso di guasto delle suddette, qualora non si disponga di particolari finanze, è consigliabile riparare o sostituire con lo stesso modello in versione usata. In condizioni economiche favorevoli, un passaggio alla mid-gen potrebbe comunque garantire delle agevolazioni per l’acquisto delle prossime console.
Cosa riserva il futuro?
Nonostante la mid-gen e la generazione standard, da molti è avvertita la necessità di una nuova generazione che colmi le lacune dell’attuale e il gap con le macchine da gioco più performanti, in modo da semplificare il lavoro agli svilupaptori. Ciò si tradurrebbe in una qualità maggiore in relazione ai tempi di rilascio del videogioco stesso. Probabilmente, la politicà della mid-gen delle console è destinata a continuare con le future produzioni di Sony e Microsoft. Cosa si chiede a questi colossi dell’elettronica? Un’informazione più chiara e corretta circa le potenzialità delle loro macchine, e più delucidazioni da parte dei produttori riguardanti i software che dovranno sfruttarle. Siano esse console standard o mid-gen, poco importa, la chiarezza verso l’utente finale è sacrosanta per una fidelizzazione del cliente a lungo termine.
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