Un team di ricercatori polacchi sta unendo il riconoscimento biometrico a un’intelligenza virtuale. Il risultato sarà uno scanner dell’iride che utilizza un algoritmo in grado di riconoscere l’occhio di una persona viva da quello di una deceduta, controllando la normale e continua variazione della dimensione della pupilla.
Lo scanner avrebbe un eccellente tasso di accuratezza del 99%, grazie ai centinaia di test reali effettuati su persone in vita e su altre trapassate. Per ora l’unica problematica sta nella tempistica: in questa prima versione, il nuovo algoritmo pare riconosca i morti solo dopo 16 ore dal trapasso.
Come funziona lo scanner dell’iride
Il controllo biometrico consiste nel riconoscimento di alcune parti del nostro corpo che possono essere considerate uniche nel mondo. In particolare, lo scanner dell’iride o della retina funziona tramite una fotocamera che scansiona l’occhio attraverso un fascio di luce a raggi infrarossi. I macchinari di ultima generazione sono in grado di scansionare anche gli occhi con lenti a contatto o addirittura con occhiali.
Perché ci interessa da vicino
Si tratta ovviamente solo del primo step della ricerca, ma possiamo già pensare alla rivoluzione nel campo della sicurezza. Per aziende che richiedono un controllo sui dipendenti più serrato di un semplice badge, il controllo biometrico potrebbe essere una valida opzione. Dagli ospedali alle banche, dagli aeroporti ai semplici acquisti, confermare l’identità di chiunque sarà più semplice che mai.
Sui dispositivi mobili
Samsung aveva proposto lo sblocco tramite riconoscimento dell’iride già nel 2016, con l’uscita di Galaxy Note S7. Peccato però che non fosse affatto rapido e nemmeno affidabile.
Tuttavia, i metodi di riconoscimento biometrico continuano a spopolare sui dispositivi mobili e tecnologici. Il futuro è nel riconoscimento visivo, dell’iride o dei tratti somatici.
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