Benvenuti al quarto episodio della rubrica #CommodoreSpecs, la serie in cui analizziamo le componenti hardware più rilevanti nella scelta di uno smartphone. L’argomento di oggi è uno dei più sentiti in assoluto: la batteria. Questa componente è quella che ogni giorno fa correre molti utenti alla ricerca di una presa della corrente per non rimanere a secco a metà pomeriggio. Senza di essa, il più potente degli smartphone è completamente inutile.
Anche in questo caso cercherò di parlare il meno possibile in modo tecnico (per tutte queste nozioni, andate qui) e di concentrarmi sull’esperienza utente. Iniziamo subito.
Cosa influenza l’autonomia dello smartphone?
Come molti di voi sapranno, la capacità di una batteria non è l’unico elemento che determina l’autonomia dei nostri smartphone. Display, processore, servizi attivi e ottimizzazione software infatti incidono parecchio sulla durata della batteria.
Per quanto riguarda il display, più questo è definito e – soprattutto – utilizzato con luminosità elevata, più l’impatto sull’autonomia sarà elevato.
I processori, di cui abbiamo parlato qui, sono più o meno energivori a seconda della loro potenza e ottimizzazione. Fortunatamente, anche i processori top di gamma stanno riuscendo a garantire una buona autonomia e delle temperature contenute, anche se il vero miracolo lo fanno i processori di fascia media. Come non ricordare il buon vecchio Snapdragon 625? Tutti gli smartphone su cui era montato questo SoC vantavano una buona (se non ottima) autonomia, e non era un caso!
Anche i servizi attivi incidono parecchio: GPS, bluetooth, connessione dati, ecc. Chi più e chi meno, sono tutti fattori che intaccano l’autonomia dello smartphone.
Ultima, ma non per importanza, l’ottimizzazione del sistema operativo. Spesso sottovalutato, anche il software ha una certa importanza in questo aspetto. Secondo voi perché gli smartphone di brand cinesi sconosciuti hanno spesso un’autonomia ridicola nonostante montino delle batterie – almeno sulla carta – mostruose? Perché il sistema operativo poco ottimizzato comporta dei consumi elevatissimi.
Qualche consiglio su come aumentare l’autonomia
Come molti di voi sapranno, con qualche semplice gesto è possibile aumentare leggermente l’autonomia del vostro smartphone. Nulla che faccia gridare al miracolo, sia chiaro, ma sempre meglio di niente. Vediamo insieme qualche trucchetto:
- Tenere bassa la luminosità del display. Lo so, non è allettante l’idea di tenere bassa la luminosità del display, soprattutto se quello montato sullo smartphone è di ottima qualità. Però vi assicuro che il cambiamento in termini di autonomia è tangibile. Personalmente ho disattivato la luminosità automatica e regolo tutto manualmente: circa il 25% in ambienti interni, per poi aumentare fino al 90%-100% in esterna sotto la luce diretta del sole. In questo modo ho aumentato sensibilmente la durata della batteria, senza intaccare più di tanto l’esperienza utente.
- Disattivare i servizi che non servono. GPS, bluetooth, WiFi quando siamo fuori casa, ecc sono elementi che incidono parecchio. Disattivarli quando non li utilizziamo è un buon metodo per ottimizzare l’autonomia dello smartphone. Certo, la comodità di avere sempre tutto attivo e pronto è grande, e proprio per questo vi consiglio di lavorare prima sulla luminosità del display: se limitando quella riuscite a ottenere un’autonomia soddisfacente, potrete evitare di attivare e disattivare ogni volta i servizi citati sopra.
- Downclock processore. Questo consiglio è per gli utenti “avanzati”, perché richiede un po’ di modding. Tramite un kernel modificato è possibile abbassare la frequenza massima del processore. Con i giusti parametri è possibile aumentare leggermente l’autonomia del proprio smartphone senza intaccare troppo le prestazioni. Ovviamente alcuni dispositivi sono più adatti al modding rispetto ad altri, se volete approfondire la questione ed entrare in questo magico mondo, date un’occhiata qui.
- Evitare smartphone di dubbia provenienza. Non sono ottimizzati, stateci alla larga e basta.
Quanto devo considerare la batteria quando acquisto uno smartphone?
Questa è la domanda principale che molti si fanno. Ragazzi, come sempre, non c’è una risposta valida per tutti. Se volete uno smartphone che si avvicini ai due giorni di autonomia, dovete rivolgervi ai cosiddetti battery-phone (per esempio Xiaomi Mi Max 2, ma non è l’unico).
L’obiettivo della maggior parte delle persone, tuttavia, è un altro: arrivare a fine giornata. La maggior parte di noi ricarica lo smartphone di notte, non è interessata a fare necessariamente più giorni di utilizzo. Fortunatamente è possibile raggiungere questo obiettivo con moltissimi modelli presenti sul mercato, anche con i più potenti top di gamma. A mio modo di vedere, quando uno smartphone riesce a portarvi a sera con un 20%-25% residuo di batteria, il problema dell’autonomia non si pone: l’importante è che copra la vostra giornata tipo.
Un altro elemento a favore di questa idea sono i metodi di ricarica. Grazie alla ricarica rapida, infatti, basterà attaccare alla corrente il vostro dispositivo per pochi minuti – qualora ce ne fosse bisogno – per arrivare agevolmente a sera. Considerate anche tutte le occasioni in cui è possibile ricaricare i nostri dispositivi: a casa, in auto, persino nei bar ormai. Senza contare i powerbank, sempre più piccoli e tascabili.
Queste possibilità rendono appetibili anche smartphone come Samsung Galaxy S9 o iPhone 8, ottimi dispositivi che però non brillano per l’autonomia.
Conclusioni
Fortunatamente l’era in cui si doveva scegliere tra prestazioni e autonomia sembra terminata. Le aziende, chi più e chi meno, si sono rese conto dell’importanza di questo elemento e sono migliorate in tal senso. Mai come in questo caso, comunque, la decisione dipende dalle vostre esigenze e stili di vita. Valutate al meglio tutti gli elementi descritti qui sopra e fate la vostra scelta.
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