Nell’enorme universo di One Piece, i lettori hanno avuto ampiamente a che fare con personaggi che spesso hanno ridefinito il concetto di malvagità: da traditori, a despoti, fino a membri della nobiltà che guardano gli altri come se fossero insetti, questi ultimi probabilmente all’apice di questa categoria. Eiichiro Oda nel corso degli anni è riuscito a mostrare personaggi gradualmente “peggiori” dal punto di vista caratteriale, svolgendo un ottimo lavoro nel farli odiare come dovrebbe essere. Eppure soltanto negli ultimi archi narrativi sta uscendo fuori la vera feccia di One Piece.
Già nell’arco di Egghead abbiamo visto quanto gli Astri di Saggezza non siano in possesso di compassione o sentimenti positivi, e pensano soltanto a portare avanti i loro scopi, spesso giocando con le vite altrui. Invece, nell’arco corrente dell’Isola dei Giganti Elbaph, sono stati introdotti un gruppo di personaggi citati in passato, ma finora ancora mai visti: i Cavalieri Divini. Descriverli come combattenti al servizio dei Draghi Celesti sarebbe una bugia colossale, dato che loro stessi appartengono a questa branca della nobiltà e allo stesso tempo incarnano la crudeltà e l’indifferenza tipica della loro stirpe, con Frutti del Diavolo che non solo devastano i nemici, ma li annientano anche a livello psicologico.
Essi rispondono solo agli Astri di Saggezza e a Imu, mentre c’è la possibilità che tutto il resto dei Draghi Celesti siano visti al pari del resto del mondo: come esseri inferiori. Quando si parla di loro, ci si aspetta spietatezza, considerando il loro status, ma le figure di Sommers e Gillingham ci dipingono un quadro di ancora più disturbante. Questi due personaggi dimostrano che la vera mostruosità dei Draghi Celesti non sta solo nella loro prepotenza, ma anche nel piacere che provano nel far soffrire gli altri. Non si accontentano di vincere o sterminare i loro avversari: vogliono trasformare il dolore in un’arma.

Il sadismo di Sommers: l’amore come condanna
Prendendoli in analisi, la community si è unita per ipotizzare lo spettro di possibilità a disposizione dei due Cavalieri Divini. Partendo da Sommers, egli possiede il Iba Iba no Mi (Thorn-Thorn Fruit), un Frutto del Diavolo che non solo controlla rovi e spine, anche in senso figurato, ma rende la sofferenza di chi punge su di esse proporzionale all’affetto provato per qualcuno. Più ami una persona, più soffrirai se proverai a proteggerla. Questa abilità, già di per sé spietata, può portare a scenari raccapriccianti:
- Un genitore che muore davanti ai propri figli, mentre questi ultimi non possono neanche abbracciarlo per il dolore devastante.
- Un guerriero che si immola per proteggere la propria famiglia, solo per rendere la loro sofferenza ancora più atroce.
- Un popolo costretto a stare alla larga dai propri cari, per non condannarli involontariamente a un’agonia insostenibile.
Sommers non è solo un guerriero crudele: è un carnefice sadico, che si diverte nel vedere le persone distrutte dalla disperazione. Il fatto che rida sulla possibilità che bambini giganti muoiano bruciati mentre dormono, con la fredda osservazione che “se muoiono loro, ce ne sono altri“, è la prova definitiva della sua depravazione.

Gillingham e la tortura del sogno: un potere che trascende il dolore
Gillingham, d’altra parte, è un sadico di un livello ancora più subdolo, nonostante all’apparenza non lo dimostri. Il suo Ryū Ryū no Mi, modello Qilin, gli permette di materializzare oggetti e creature direttamente dai sogni delle persone, ma con un dettaglio agghiacciante: anche se le vittime si svegliano, gli incubi restano reali. Questo significa che la sua abilità non ha una via di fuga, trasformando i sogni peggiori in una realtà inarrestabile.
Ma il vero orrore di Gillingham non è solo nei combattimenti, ma nell’applicazione della sua abilità. Innanzitutto la community ha discusso sul perché Gillingham non sfrutta il suo potere per aiutare gli altri Draghi Celesti. Essi attualmente soffrono per la mancanza di cibo, un problema che li sta portando a tassare e affamare le popolazioni per i loro interessi. Gillingham potrebbe risolvere questo problema, creando cibo illimitato dai sogni (pur privo di nutrienti), ma non lo fa, probabilmente perché non considera neanche i Draghi Celesti degni della sua attenzione, al punto da non offrire nemmeno una soluzione temporanea.
Per lui estrarre cibo sarebbe facile. Se ipotizziamo che i Draghi Celesti non hanno tra i loro pensieri primari il cibo, quest’ultimo potrebbe esserlo negli schiavi dei Draghi Celesti, un elemento che purtroppo appartiene alla dura realtà del mondo di One Piece. A proposito di questi sfortunati personaggi, il suo potere potrebbe essere un’arma di tortura perfetta. Immaginiamo un prigioniero che viene nutrito ogni giorno con cibo perfetto, gustoso, abbondante… ma privo di qualsiasi valore nutritivo. Gli schiavi potrebbero mangiare all’infinito e morire comunque di stenti senza guadagnare energia, rendendo il loro supplizio ancora più crudele e ironico. Gillingham non è un semplice boia, è un artista della sofferenza, capace di infliggere tormenti tanto psicologici quanto fisici.

La vera natura dei Cavalieri Divini
Sommers e Gillingham non sono eccezioni tra i Cavalieri Divini. Sono la norma. Da quando One Piece ha introdotto i Draghi Celesti, abbiamo visto pochissimi individui “buoni”, e tutti hanno fatto una brutta fine. Il sangue nobile della famiglia dei Tenryuubito non ha mai prodotto veri eroi, ma solo tiranni e carnefici. Non dovremmo sorprenderci di fronte alla crudeltà dei Cavalieri Divini. Loro non sono soldati, non sono eroi: sono i guardiani di un sistema costruito sulla sofferenza, e sono pronti a usare ogni strumento possibile per mantenerlo.
