Durante la pandemia di Coronavirus gli anime sono diventati sempre più popolari in tutto il mondo, e anche se il numero di appassioni duri e puri non è aumentato troppissimo, è aumentato quello degli spettatori occasionali che vengono attirati dalle opere mainstream del momento come Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba, Jujutsu Kaisen, Frieren: Oltre la fine del viaggio o Il monologo della speziale. Per le piattaforme è diventato sempre più importante puntare sull’animazione giapponese, e pure Amazon Prime Video sembra averlo capito.
Dopo aver portato poche serie in simulcast di suo pugno per qualche anno (se non contiamo le collaborazioni con Dynit e Yamato Video), nel 2024 la piattaforma del colosso e-commerce ha iniziato a puntare di nuovo sugli anime distribuendo prima il film Look Back in tutto il mondo e poi prendendo in simulcast almeno una serie ogni stagione (anche se in quel caso si è occupata della distribuzione di titoli non proprio bellissimi come Magilumiere ed Ubel Blatt). Per la primavera si occuperà della trasmissione di Mobile Suit Gundam GQuuuuuuX, che arriverà pure doppiata in una decina di lingue.

Amazon Prime Video punterà sempre di più sugli anime per restare competitiva in Giappone
In una recente intervista a Variety, Jennifer Salke e Kelly Day – rispettivamente direttrice esecutiva degli Amazon MGM Studios e vicepresidente della sezione internazionale di Prime Video – hanno parlato della strategia che la piattaforma adotterà per restare competitiva in Giappone, sottolineando l’importanza che gli anime hanno nel raggiungere quell’obiettivo.
Sono proprio gli anime il tipo di opera che permettono alle varie piattaforme di rimanere competitivi in Giappone, e la piattaforma sta aumentando i suoi investimenti in essi producendo direttamente delle serie e acquistando licenze per espandere l’offerta di anime nel suo catalogo. Salke ha infatti sottolineato che “Ci sono molte cose interessanti in cantiere che non vediamo l’ora di condividere“.

Il Giappone rappresenta infatti uno dei territori più importanti per Prime Video, in quanto offre circa 300.000 titoli disponibili per il video on demand transazionale (TVOD) e 72.000 add-on. Salke ha poi elogiato gli ottimi risultati ottenuti dal live-action di Oshi no Ko, che la piattaforma ha co-prodotto assieme a Toei.
Day ha invece evidenziato la crescente attrattiva internazionale dei contenuti provenienti dall’Asia in generale. Infatti in questi ultimi anni il pubblico desidera sempre più vedere opere realizzare in Giappone, Corea del Sud e Cina, rispetto a quelle realizzate in America.

Ovviamente questa nuova strategia di Amazon non va solo a favore dei fan giapponesi, ma anche a quelli sparsi in tutto il mondo, che in futuro potranno aspettarsi l’arrivo di sempre più titoli. Già negli ultimi mesi Amazon e Crunchyroll hanno stretto una partnership per un canale tematico della piattaforma di Sony, in cui si potranno vedere diverse serie del suo catalogo pagando ovviamente un abbonamento extra.
Possiamo inoltre immaginare che in questo modo aumenterà anche la competitività tra Prime Video e le rivali Netflix e Disney+, anche se quest’ultima ancora non pare avere una strategia ben definita per i suoi titoli anime.