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I Colori dell’Anima: la recensione del nuovo film di Naoko Yamada

Naoko Yamada è senza alcun dubbio una delle registe più interessanti dell’industria, e ora sua opera si rivela un qualcosa da vedere assolutamente se si è appassionati di anime. Da noi purtroppo non è arrivato tutto quello che ha diretto, anche se almeno abbiamo avuto l’occasione di vedere le sue ultime opere cinematografiche, ossia La forma della voce – A Silent Voice, Liz e l’uccellino azzurro e I Colori dell’Anima – The Colors Within.

I colori dell’anima: la nuova opera di Naoko Yamada

I Colori dell’Anima – The Colors Within è stato distribuito in Giappone lo scorso agosto dopo un’anteprima al Festival del Cinema d’Animazione di Annecy, e l’etichetta Anime Factory di Plaion Pictures l’ha poi portato nelle sale italiane dal 24 al 26 febbraio 2025 sia in lingua originale con sottotitoli che con un doppiaggio italiano tutto sommato buono nella recitazione (anche se alcune cose dell’adattamento fanno un pochino storcere il naso).

Il film rappresenta una nuova collaborazione tra Yamada e i suoi frequenti collaboratori – ovvero la sceneggiatrice Reiko Yoshida e il compositore Kensuke Ushio – e la seconda con il character designer e animatore Takashi Kojima (conosciuto per i suoi design in Flip Flappers e Ride Your Wave) dopo la serie The Heike Story.

I colori dell'anima

La storia e i colorati personaggi de I colori dell’anima

I Colori dell’Anima – The Colors Within segue Totsuko Higurashi, una studentessa del collegio cattolico di Nagasaki che ha la particolarità di vedere i colori delle persone tranne il proprio. E il colore che la affascina di più è quello di un’altra studentessa della sua scuola, ovvero Kimi Sakunaga. Un giorno le due finiscono per formare una band con Rui, un ragazzo che ama la musica e che suona il theremin.

La narrazione de I colori dell’anima pone la sua attenzione sulla vita quotidiana dei protagonisti e spesso cerca più di raccontarsi più in maniera visiva (un classico della regista) e musicale piuttosto che solo tramite i dialoghi. Infatti si appoggia spesso sul non detto, e lascia intendere alcune cose agli spettatori. Anche se i vari trailer e la sinossi danno l’idea che Totsuko, Kimi e Rui siano tutti e tre protagonisti, in realtà non è così. Le due ragazze sono di fatto il centro assoluto della narrazione, e infatti è il loro rapporto d’amicizia quello che vediamo di più crescere (anche se dalla parte di Totsuko pare esserci anche qualcosa di più).

I colori dell'anima

Le due ragazze dalla personalità completamente diversa riescono ad andare d’accordo e in un certo senso a completarsi a vicenda. Totsuko ricorda in parte Yui Hirasawa di K-On (anche se potrebbe benissimo essere un riflesso della stessa Yamada), in quanto è una ragazza un po’ sbadata ma dal buon cuore. A differenziarla dalla protagonista di K-On è l’insicurezza che si esprime tramite il fatto che non riesca a vedere il suo colore, quasi come se nella sua mente lei non sia allo stesso livello degli altri. Kimi è invece una ragazza all’apparenza tutta d’un pezzo che sotto l’apparenza è tormentata dai sensi di colpa per aver mollato la scuola e dalla paura di rivelare la verità alla nonna. A guidarle nella crescita è la Professoressa Hiyoko, una suora della scuola dall’atteggiamento molto progressista e comprensivo, che le supporta in ogni modo.

Rui, purtroppo, risulta quasi un personaggio secondario. Infatti non ha un gran screentime, e il suo dramma personale si risolve praticamente in poche scene verso la fine del film. Nonostante questo risulta comunque un personaggio ben caratterizzato, e certe scene riescono a farti percepire come forte il legame che va a creare con le sue nuove amiche e compagne di band. Di personaggi secondari ce ne sono un bel po’, ma nessuno di essi si presenta in realtà così interessante come i quattro già citati, anche se hanno un design davvero ben fatto.

I colori dell'anima

Il film ha come tema principale non solo il trovare il proprio spazio nel mondo ma anche di accettare le nostre scelte, cosa che viene espressa molto bene soprattutto tramite il personaggio di Kimi. Sta tutto in una delle frasi ripetute durante il film, ovvero “Dammi il coraggio di accettare ciò che non posso cambiare e di cambiare ciò che posso cambiare“.

A livello di animazioni siamo davanti a un’opera ben realizzata, e a livello di compositing e color design si dà molta importanza ai colori dei vari protagonisti. Ad esempio ci ritroviamo con delle scene dedicate a Kimi che hanno diverse sfumature di blu, o quelle di Rui che hanno diverse sfumatura verdi. Anche la sinestesia di Totsuko è un aspetto che ci viene mostrato più a livello visivo dopo la spiegazione iniziale, e porta a delle scene che si rivelano interessanti anche a livello concettuale (ad esempio la scena in cui vede i colori delle note musicali), dove assistiamo anche a una colorazione fatta con colori pastello.

I colori dell'anima

Tutto il film trova il suo picco narrativo (seppur con una piccola incongruenza) e visivo nella parte del concerto, dove i personaggi mettono a nudo i loro sentimenti tramite le loro rispettive canzoni. Ushio in questo film si è praticamente dato alla pazza gioia, e ha inciso una colonna sonora destinata a rimanere memorabile nel tempo.

In conclusione I Colori dell’Anima – The Colors Within è davvero un ottimo film, adatto anche a coloro che magari non sono proprio appassionati di animazione giapponese. Prendendo in esame anche le opere precedenti della regista, ci troviamo di fronte a una summa di tutto quello che le piace raccontare, e spero che il suo prossimo progetto possa essere addirittura più ambizioso.

Se non avete avuto l’opportunità di recarvi in sala, potete trovare il film su Amazon Prime Video a pagamento (15 euro) ed è anche già disponibile il preordine della sua edizione home video, la cui uscita è fissata al prossimo 29 maggio.

Leggi anche I colori dell’anima non convince le sale italiane, incassati solo 72 mila euro al botteghino.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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