Il mondo dell’intelligenza artificiale è in fermento, e al centro di questo scossone c’è DeepSeek, una startup cinese che sta sfidando le grandi potenze tecnologiche americane. Il suo chatbot, R1, è stato presentato come in grado di competere con i modelli di AI più avanzati, tra cui quelli di OpenAI e Meta. Quello che ha colpito di più è il suo basso costo di sviluppo e la sua efficienza. Nonostante l’uso di chip meno potenti e di una potenza di calcolo significativamente inferiore a quella di Nvidia e dei suoi concorrenti, DeepSeek ha ottenuto prestazioni superiori, portando a una rivalutazione immediata dell’intero settore.
A suscitare sorpresa è soprattutto la disparità tra i costi di sviluppo. Mentre lo sviluppo di ChatGPT-4 è stato stimato intorno ai 100 milioni di dollari, DeepSeek è riuscita a produrre il suo modello con soli 6 milioni di dollari. Questa differenza ha sollevato interrogativi sulle strategie delle grandi aziende tecnologiche e ha portato a un crollo delle azioni di Nvidia, che ha perso più di 560 miliardi di dollari di capitalizzazione. Un colpo durissimo per il gigante dei chip, che detiene circa il 90% del mercato dei microchip per l’AI.
Il caso di DeepSeek sta facendo discutere non solo per il suo successo commerciale che ha portato a dover limitare temporaneamente le registrazioni ai numeri della Cina continentale (e che ha attirato l’attenzione di malfattori che hanno condotto attacchi su larga scala ai servizi proposti), ma anche per la sfida che pone al tradizionale pensiero sullo sviluppo dell’AI. L’idea che l’intelligenza artificiale richieda una potenza di calcolo sempre maggiore e una spesa sempre più alta sembra essere messa in discussione da DeepSeek, che ha dimostrato come sia possibile ottenere risultati simili con meno risorse. Questo approccio innovativo potrebbe non solo cambiare le dinamiche del mercato, ma anche ridisegnare il futuro dell’industria dei chip.
Il “Momento Sputnik” dell’Intelligenza Artificiale, ora vissuto da DeepSeek
L’emergere di DeepSeek è stato paragonato dal consigliere di Trump, nonché grande investitore americano, Marc Andreessen, al “momento Sputnik” dell’intelligenza artificiale, un riferimento storico che richiama il lancio del primo satellite sovietico nello spazio. Proprio come il lancio di Sputnik negli anni ’50 ha segnato l’inizio della corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica, il successo di DeepSeek potrebbe segnare l’inizio di una competizione più intensa tra le potenze tecnologiche globali, con le aziende americane chiamate a rivedere i loro investimenti e modelli di sviluppo. La startup cinese, infatti, non solo ha sorpassato i giganti nel numero di download delle sue app, ma ha anche suscitato reazioni a catena nei mercati finanziari.
La reazione delle Borse ha mostrato la preoccupazione degli investitori riguardo a questa nuova realtà: Nvidia ha visto una perdita record del 17% nelle sue azioni, mentre altre aziende, tra cui Microsoft e Oracle, hanno registrato un calo simile. Gli investitori temono che la scoperta di DeepSeek possa ridurre la domanda di chip per l’AI, un aspetto che ha spinto alcune analisi a suggerire la possibile esistenza di una “bolla” nel settore. Sebbene ci siano ancora dubbi sulla veridicità delle informazioni fornite da DeepSeek, la startup ha comunque costretto tutti a ripensare le prospettive di sviluppo dell’AI. La crescente competitività tra le aziende tecnologiche americane e cinesi è destinata a intensificarsi, portando a un cambiamento radicale nel panorama globale.