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Chiusa la centrale IPTV Italia TV: in arrivo sanzioni salate per 6000 utenti

Italia TV, una delle più utilizzate IPTV pirata in Italia, negli scorsi giorni è stata coinvolta in un’operazione della Guardia di Finanza che ha portato alla definitiva chiusura della piattaforma accusata di trasmettere, in modo fraudolento, materiale coperto dal diritto d’autore.

Ma non è finita qui, infatti l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza non solo ha permesso di iscrivere nel registro degli indagati 3 soggetti che potevano essere coinvolti nella gestione della piattaforma, ma anche più di 6.000 utenti che semplicemente accedevano all’IPTV. Tutti loro, adesso, rischiano di dover pagare una multa fino 5.000 €.

Chiusa una delle IPTV illegali più diffuse d’Italia

L’operazione, condotta dal nucleo della Guardia di Finanza di Napoli, ha permesso alle forze dell’ordine di chiudere definitivamente Italia TV, una delle IPTV illegali più diffuse in Italia, con uno share calcolato attorno al 40%.

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La piattaforma, infatti, attirava migliaia di utenti da tutta quanta la Penisola attraverso abbonamenti a prezzi stracciati: 10 € al mese (o 80 € all’anno) per guardare serie TV, film e, persino, contenuti a luci rosse per adulti. Il tutto, come si può facilmente immaginare, senza pagare alcuna royalty e, dunque, in violazione della normativa in materia di diritto d’autore.

L’attività, di chiara matrice illecita, ha generato un profitto totale pari a 850 mila € negli ultimi quattro anni. I pagamenti (oltre 2.000 quelli individuati dalle Fiamme Gialle) venivano effettuati in criptovaluta su 64 diversi wallet digitali, tutti prontamente messi sotto sequestro.

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Secondo quanto riportato dagli agenti, sono stati iscritte nel registro degli indagati 3 persone, tutte verosimilmente coinvolte nella gestione della piattaforma: un 23 enne, indicato come il capo dell’organizzazione, un 30 enne ucraino e un 44 enne napoletano.

Le attività della Guardia di Finanza hanno portato anche alla chiusura di 46 siti web collegati all’IPTV, compreso il cosiddetto “sito madre”, ossia il sito che reindirizzava gli utenti su siti satelliti in caso di blocchi.

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Durante la perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto anche una sala server abusiva, attrezzatura informatica per generare criptovaluta, una serra contenente piante di cannabis e 1.600 file a contenuto pedopornografico che, secondo l’accusa, venivano venduti su Whatsapp.

A margine di tutto ciò, anche gli utenti adesso rischiano di doverla pagare: gli agenti hanno infatti identificato più di 6.000 clienti che hanno effettuato l’accesso al sito. Adesso questi rischiano di dover pagare una sanziona che va dai 150 ai 5.000 € e potrebbero anche essere accusati del reato di ricettazione (anche se la recente giurisprudenza sembra escludere questa ipotesi).

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Fonti: 1

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Francesco Lanciano

Francesco Lanciano

Classe 1998, videogiocatore incallito e da sempre appassionato alla tecnologia

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