In Europa la pirateria continua a rappresentare una sfida significativa, come dimostrato dalla recente relazione “Online Copyright Infringement in the European Union: Films, Music, Publications, Software and TV, 2017-2023“, stilata dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) dopo un’attenta osservazione del comportamento di utenti che vanno dai 15 ai 74 anni di età. Stando a quanto riportato, nei 27 paesi dell’Unione ogni persona accede ai contenuti illegali almeno 10 volte al mese, e sorprendentemente l’Italia risulta il paese con meno accessi a essi.
L’Italia è il paese europeo con meno accesso alla pirateria
Infatti nonostante l’ampio uso del pezzotto, l’Italia risulta il paese europeo con il tasso più basso di pirateria in tutte l’UE, con una media di 7,3 accessi mensili a contenuti pirata per gli utenti nel 2023. Il nostro paese si ritrova quindi sotto alla media europea come la Germania (7,8), la Romania (7,9), la Polonia (8,3), la Spagna (8,5) e l’Austria (8,9). Il paese europeo dove si pirata di più è invece la Lettonia, con 26,2 accessi mensili per utente, seguita da Estonia (23,2), Cipro (22,0), Lituania (21,7) e Svezia (17,4).
Le differenze tra i vari paesi dipendono da diversi aspetti economici (disuguaglianza di reddito, pochi servizi legali a prezzi abbordabili), sociali (maggiore disoccupazione giovanile e poca sensibilizzazione sul tema) e tecnologici, ma ci sono anche elementi in comune. Più della metà degli accessi illegali in tutti i paesi sono infatti di contenuti televisivi. Lo studio dell’EUIPO ha analizzato anche lo stato delle piraterie di vari prodotti.
La pirateria di eventi sportivi è quella che è cresciuta di più negli ultimi anni (soprattutto tra il 2021 e il 2023) in tutti i 27 paesi dell’UE. Sono cresciute anche la pirateria di software (in maniera particolare quella dei giochi per mobile) e quella musicale, mentre è diminuita quella del cinema. La pirateria di pubblicazioni come libri, fumetti e riviste è invece rimasta stabile. Tra le modalità più utilizzate dagli utenti per piratare rimane lo streaming, che nel 2023 è cresciuto del 10%, mentre l’1% della popolazione si è abbonata alle IPTV negli ultimi due anni.
João Negrão, direttore esecutivo dell’EUIPO, sostiene che per debellare il fenomeno bisogna assolutamente affrontare le sue cause, “che spesso risiedono in un accesso insufficiente a contenuti legali a prezzi abbordabili e nella necessità di una maggiore sensibilizzazione del pubblico sulle conseguenze della pirateria“.L’Ufficio si è già attivato in questo senso e ha messo a disposizione dei consumatori lo strumento Agorateka, che aiuta a trovare offerte di streaming legali.