Brad Smith, presidente di Microsoft, ha fatto un appello urgente per intensificare la lotta contro gli attacchi informatici sempre più sofisticati provenienti da nazioni come Russia, Cina e Iran. In un’intervista al Financial Times, Smith ha sottolineato come i cyber attacchi siano diventati una minaccia cruciale, non solo per le aziende statunitensi, ma anche per la sicurezza nazionale, arrivando a colpire figure di spicco del governo USA con l’obiettivo di influenzare i processi elettorali.
Secondo Smith, molti attacchi ransomware contro le imprese americane sono orchestrati o perlomeno tollerati da governi stranieri, in particolare dalla Russia. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, devono inviare un segnale forte e chiaro per scoraggiare queste azioni. Sebbene l’amministrazione Biden abbia compiuto progressi significativi nella protezione contro gli attacchi, Smith ritiene che sia necessario fare di più per affrontare le campagne di spionaggio, come quelle recentemente attribuite alla Cina, che hanno preso di mira reti di telecomunicazione americane.
Il problema non si limita agli attacchi diretti. Un rapporto di Microsoft ha rivelato che i clienti dell’azienda affrontano oltre 600 milioni di tentativi di attacco ogni giorno. Spesso, gruppi criminali e governi stranieri collaborano per scambiarsi strumenti e strategie, aumentando l’efficacia delle loro operazioni.
Microsoft sotto pressione e la sfida tecnologica globale
Nonostante il suo impegno nella cybersicurezza, Microsoft stessa non è esente da critiche. Un’indagine del US Cyber Safety Review Board ha evidenziato lacune significative nei suoi protocolli di sicurezza, che hanno permesso ad hacker cinesi di accedere a centinaia di account email ospitati sui sistemi cloud dell’azienda. In risposta, il CEO Satya Nadella ha dichiarato che la sicurezza diventerà una priorità assoluta, legando persino la retribuzione dei dipendenti ai risultati in questo ambito.
Smith, dal canto suo, ha evidenziato anche la necessità di una risposta strategica su scala globale. Ha esortato gli Stati Uniti ad accelerare l’esportazione di tecnologie verso regioni come il Medio Oriente e l’Africa, dove la Cina sta guadagnando terreno con massicci investimenti tecnologici. Tuttavia, questa espansione deve essere bilanciata con un rigoroso controllo delle esportazioni, in particolare per tecnologie sensibili come i chip di intelligenza artificiale, per evitare che finiscano nelle mani sbagliate.
Con l’incertezza sul futuro impatto di un’eventuale nuova amministrazione Trump nel settore tecnologico, Smith ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra liberalizzazioni interne e una maggiore attenzione alla cybersicurezza. In un contesto globale sempre più interconnesso, il rafforzamento delle difese digitali non è solo una questione tecnica, ma una priorità strategica per proteggere cittadini, aziende e istituzioni.