Qualche giorno fa abbiamo parlato di come il Dipartimento di Giustizia statunitense abbia chiesto a un giudice federale californiano di ordinare a Google di vendere il suo browser Chrome, in quanto il colosso di Mountain View è accusato di utilizzare strategie illegali per mantenere un monopolio nel marcato browser, tra cui accordi esclusivi con aziende quali Apple e Samsung per rendere Chrome il browser principale dei loro prodotti, a scapito di concorrenti come Bing.
Google non potrà rientrare nel mercato dei browser per 5 anni
Mercoledì scorso le autorità hanno ufficializzato i documenti del caso, in cui ci sono scritte altre “pene” per Google. Quando o se Chrome sarà effettivamente venduto, Google non potrà rientrare nel mercato dei browser di ricerca per un periodo di 5 anni, e non potrà nemmeno acquistare partecipazioni in aziende concorrenti, nuovi operatori e prodotti AI rivali che operano nel settore della ricerca o negli annunci di ricerca.
L’azienda dovrà inoltre annullare tutti gli accordi anticompetitivi stipulati in questi anni e vendere i diritti di accesso ai dati ai content creator e altri individui, in modo che possano decidere di non far usare i loro dati all’azienda come materiali di allenamento per le sue intelligenze artificiali.
Nel mirino delle autorità c’è anche Android, vista come una “piattaforma fondamentale su cui si basano i concorrenti della ricerca e per la quale Google ha una miriade di modi ovvi e non ovvi per favorire il proprio prodotto di ricerca”, che potrà andare incontro a due possibili scenari: vendita o disfacimento.
Un’udienza sulla faccenda dovrebbe in tribunale il prossimo aprile, davanti allo stesso giudice che ad agosto ha emesso una sentenza nei confronti dell’azienda, Amit Mehta. Non è ancora chiaro in che modo il giudice intenderà agire, ma potrebbe essere che Chrome abbia i mesi contati, almeno nella sua attuale gestione.
Google è riluttante all’idea di doversi separare dalle sue creazioni, e ha già criticato ampiamente i provvedimenti pensati dal Dipartimento di Giustizia. Potrà comunque esprimere una sua contro proposta nel corso dei prossimi mesi.