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VPN sotto attacco in Pakistan: il governo verso il divieto per motivi religiosi e di sicurezza

In Pakistan, l’uso delle Virtual Private Network (VPN) è stato dichiarato contrario alla legge islamica dalla Council of Islamic Ideology, l’organo religioso che consiglia il governo su questioni legate alla Shariah. Secondo le parole riportate dalla nostra fonte, espresse dal presidente del consiglio, Raghib Naeemi, il governo ha il diritto di intervenire per impedire azioni che potrebbero favorire la diffusione del “male”, e certi strumenti, utilizzati per accedere a contenuti ritenuti blasfemi o contro l’integrità nazionale, devono essere vietati.

Questo annuncio arriva in un momento di forte censura online nel paese, dove l’accesso a piattaforme come X (precedentemente Twitter) è bloccato da mesi, con milioni di persone che riescono a utilizzarlo solo tramite VPN. Le autorità giustificano il divieto sostenendo che i militanti usano queste reti per promuovere le loro attività, ma molti critici vedono in questa mossa un ulteriore attacco alla libertà di espressione.

Il Ministero dell’Interno ha avanzato una richiesta formale per instaurare un divieto, affermando che queste reti vengono utilizzate da terroristi per facilitare attività violente. Allo stesso tempo, l’autorità di regolamentazione dei media pakistani ha invitato gli utenti a registrare le proprie VPN, una misura che aumenterebbe il monitoraggio delle attività online dei cittadini.

Uso vietato delle VPN in Pakistan

Censura e tensioni politiche: le VPN come simbolo di resistenza

Oltre agli aspetti religiosi e di sicurezza, il divieto proposto ha una forte componente politica. Tra i principali utilizzatori delle reti private virtuali ci sono i sostenitori dell’ex primo ministro Imran Khan, attualmente in carcere. Le VPN consentono loro di aggirare i blocchi internet e organizzare proteste, come la marcia su Islamabad prevista per chiedere il rilascio del leader. Le autorità pakistane hanno spesso sospeso i servizi di telefonia mobile durante le manifestazioni dei sostenitori di Khan, e il nuovo divieto potrebbe essere un ulteriore strumento per limitare la mobilitazione digitale.

Questa decisione arriva in un contesto di crescente instabilità nel paese, dove i militanti hanno intensificato gli attacchi. Solo pochi giorni fa, un violento scontro tra l’esercito e il gruppo separatista Baloch Liberation Army ha provocato numerose vittime nella provincia del Balochistan. Le autorità ritengono che le VPN possano essere utilizzate anche dai militanti per diffondere propaganda o coordinare attacchi.

Se da un lato il governo giustifica la mossa come un passo necessario per garantire la sicurezza nazionale e combattere il terrorismo, dall’altro solleva preoccupazioni per i diritti digitali e la privacy degli utenti. Per molti, vietare le VPN rappresenta un pericoloso precedente che potrebbe limitare ulteriormente le libertà civili in un paese già segnato da tensioni politiche e religiose.

Il Pakistan contro le VPN

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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