Il remake di Dragon Quest III è ormai alle porte. Manca infatti pochissimo al 14 novembre 2024, giorno di rilascio del titolo firmato Square Enix. Come abbiamo avuto modo di vedere sin dai primi trailer e immagini, l’attenzione alla direzione artistica è stata fondante, trovando la propria sintesi nel cosiddetto HD-2D, ovvero una pixel-art “evoluta” grazie alla presenza della prospettiva, illuminazione dinamica ed elementi 3D e/o poligonali. L’inserimento di “HD-2D” nel titolo di Dragon Quest III Remake, tra l’altro, evidenzia come l’azienda abbia intenzione di rendere questo stile un nuovo standard, utile dunque per altre produzioni future.
Ciò è stato praticamente confermato dal producer del suddetto remake Masaaki Hayasaka durante un’intervista rilasciata a Digital Trends. Hayasaka, infatti, ha palesato come questo stile grafico rappresenti la chiave di volta sia di produzioni nuove, sia di operazioni remake che mirano a mantenere una certa fedeltà rispetto al prodotto originale. Egli ha spiegato come il principio di questo stile vada ricercato nel 2010, quando titoli come Shovel Knight o Axiom Verge tradivano la volontà di recuperare la pixel-art, arrivando poi al primo esempio di vero HD-2D con Octopath Traveler.
Masaaki Hayasaka di Square Enix evidenzia come l’HD-2D sia perfetto per determinati progetti
“Lo stile HD-2D è stato creato e ispirato dall’età d’oro dell’era a 16 bit, quando la qualità della pixel-art era al suo apice“. Hasayaka continua: “anche quando diciamo semplicemente “remake”, ci sono vari metodi per farlo, metodi che possono adattarsi alle caratteristiche uniche di un titolo. Per la natura stessa dello stile HD-2D, quest’ultimo risulta perfetto per remake di giochi che originariamente utilizzavano la pixel-art. Anzi, è quasi più difficile credere che non si adatterebbe”.
Hayasaka ha anche dichiarato che tale stile non si stia propriamente evolvendo, bensì stia cercando di spingersi oltre i limiti. Ad esempio, in Triangle Strategy, titolo arrivato dopo Octopath Traveler che fa uso del HD-2D, è possibile ruotare la telecamera. In Dragon Quest III Remake, invece, c’è stata una sorta di rinuncia ai pixel in background, mantenendo invece una tavolozza di colori simile al gioco originale.
“Sono sicuro che i futuri titoli HD-2D aggiungeranno anche il loro nuovo tocco unico al concetto, e queste innovazioni continueranno a spingere i confini dell’espressione HD-2D in futuro“. Insomma, a quanto pare vedremo nuovi giochi che adotteranno questo stile, tra l’altro parecchio apprezzato da pubblico e critica: questo perché è stata accolta come una formula che mira a fondere un assoluto rispetto per il classico e una nuova veste grafica, che rivedremo anche nel 2025 con i remake di Dragon Quest I e II. Non resta che attendere novità sui futuri titoli con questo particolare quanto funzionale approccio visivo!