Con il ritorno di Arcane su Netflix il 9 novembre con la seconda e ultima stagione, Riot Games tenta di ripetere il successo di un fenomeno che ha dominato il 2022, conquistando ben quattro Emmy e diventando la serie più vista in 85 paesi. Dietro le quinte, tuttavia, emergono le complesse dinamiche tra una delle aziende più potenti del gaming e il mondo dell’intrattenimento. Riot, già famosa per il suo gioco di punta League of Legends, aveva pianificato un’espansione nell’universo dei contenuti televisivi e cinematografici.
L’ambizione era chiara: l’ex CEO Nicolo Laurent aveva descritto Riot come “l’azienda d’intrattenimento del XXI secolo“. Nonostante l’ottimo debutto di Arcane, il progetto di espandere l’universo narrativo di LoL non è andato come previsto. Secondo l’esclusiva di Variety, la produzione e promozione delle due stagioni di Arcane è costata a Riot circa 250 milioni di dollari complessivi, cifra che rende la serie una delle più costose mai realizzate per una piattaforma streaming. Di questa spesa, 80 milioni ci sarebbero voluti solo per la stagione 1, 100 milioni per la stagione 2 e 60 per la campagna di promozione.
Nonostante sia stato un assoluto successo fino ad ora, c’è da chiedersi se Riot abbia tentato altre strade nello stesso settore. Purtroppo, da quanto emerge, altri tentativi di sviluppo sono stati rallentati da ritardi e scelte creative difficili, a cui si è aggiunta una cultura aziendale più concentrata sul gaming che sull’intrattenimento. La collaborazione con nomi importanti di Hollywood, come i fratelli Russo, si è conclusa prima del previsto, e Riot ha pagato 5 milioni di dollari per sciogliere un contratto con loro dopo aver modificato i suoi piani iniziali. Ma non è tutto.
Sfide e prospettive future dopo Arcane: tra videogiochi e cinema
La strada per Riot verso il mondo dell’intrattenimento si è rivelata piena di ostacoli. L’azienda, da un lato, ha tentato di mantenere un altissimo standard qualitativo, mentre dall’altro ha subito l’impatto dei costi di produzione e della gestione di un settore che non rappresenta il suo core business. Marc Merrill, co-fondatore di Riot, ha sottolineato come la compagnia stia ancora cercando di trovare un equilibrio: “Sapevamo che sarebbe stato difficile. I nostri standard sono altissimi, e abbiamo dovuto ricalibrare le nostre aspettative e i team di sviluppo”.
La divisione d’intrattenimento di Riot è stata recentemente sciolta, con i vari settori integrati in altre aree dell’azienda, e il nuovo CEO Dylan Jadeja ha deciso di dare priorità al gaming. Ma Riot non è nuova ai cambiamenti strutturali: dal 2018, dopo uno scandalo legato alla cultura aziendale, l’azienda ha compiuto notevoli progressi nell’ambiente di lavoro, tanto che di recente è stata riconosciuta tra i migliori posti di lavoro a Hollywood.
Mentre Riot continua a mantenere alte le ambizioni in campo d’intrattenimento, i progressi potrebbero richiedere ancora tempo, e progetti in sviluppo come una serie live-action o un film d’animazione sono ben lontani da una realizzazione concreta. L’unica cosa cerca all’orizzonte è la nuova stagione di Arcane, la cui serie resta un prodotto di qualità in grado di rafforzare il legame tra gaming e intrattenimento. Riot sembra avviata a una lunga fase di esplorazione in cui definirà se il sogno hollywoodiano sia compatibile con il DNA di un’azienda in cui “i giochi sono sempre stati il centro di tutto.”