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Il Monte Fuji senza neve a inizio novembre: un fenomeno mai visto in 130 anni

Per la prima volta in oltre un secolo, il Monte Fuji – la montagna più alta e iconica del Giappone – arriva a fine ottobre senza il consueto manto di neve. Da 130 anni non si osservava un autunno così atipico per il Fuji, solitamente innevato già dai primi giorni di ottobre, come accaduto appena l’anno scorso quando le prime nevicate si erano verificate già il 5 ottobre. Il 2024, invece, ha riservato un’eccezione rara, in un anno in cui le temperature estive tra giugno e agosto sono state mediamente più alte di 1,76 °C rispetto agli anni passati, come leggiamo su Il Corriere della Sera.

Un panorama diverso che sorprende il Giappone

Il Fuji è sempre stato simbolo di stabilità e bellezza naturale per il Giappone, ma anche un indicatore delle stagioni per coloro che osservano il suo lento passaggio dall’autunno all’inverno. Da sempre, i giapponesi attendono con trepidazione il primo segno di neve, che rappresenta anche l’inizio della stagione invernale in molte aree circostanti. Quest’anno, però, la montagna si presenta spoglia a fine ottobre, fenomeno che desta curiosità ma anche preoccupazione per chi è abituato a considerare l’arrivo della neve come un momento quasi rituale.

Il Monte Fuji e il suo ruolo nella cultura giapponese

Il Monte Fuji non è solo una montagna, ma un punto di riferimento culturale e spirituale per il Giappone. Scalare il Fuji è una sorta di rito di passaggio, e la sua cima innevata è celebrata in poesie, opere d’arte e storie da secoli. La neve, infatti, non è solo un elemento estetico, ma simbolizza purezza, rigenerazione e ciclicità, valori profondamente radicati nella cultura giapponese. Quest’anno, vedere il Fuji ancora privo della sua copertura bianca suscita una riflessione inevitabile sull’influenza di eventi eccezionali che ormai si fanno sentire anche sui simboli più immutabili.

Il Monte Fuji senza neve a inizio novembre: un fenomeno mai visto in 130 anni

Curiosità sul Monte Fuji

  • Un’icona del patrimonio mondiale: Il Monte Fuji è entrato a far parte dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO non solo per la sua rilevanza geografica, ma anche per il suo profondo significato culturale. È una montagna che ispira rispetto e ammirazione, tanto che il termine giapponese “san” viene utilizzato per designarlo con una forma di riverenza.
  • Cinque stazioni verso la vetta: Lungo il percorso che conduce alla cima del Fuji ci sono cinque stazioni principali, dove la Quinta Stazione, a circa 2.300 metri, è la più accessibile ai turisti. È qui che molti iniziano il loro viaggio verso la vetta, godendo di panorami spettacolari.
  • Un rituale di passaggio: Scalare il Monte Fuji è considerato un rito spirituale importante. La stagione ufficiale per le scalate va da luglio a settembre, quando le condizioni sono ideali e la montagna accoglie un gran numero di escursionisti, giapponesi e non.

Un autunno da record e i suoi possibili significati

L’assenza di neve sul Monte Fuji non è solo una curiosità stagionale. In un anno che ha registrato temperature elevate senza precedenti, la mancanza di neve a ottobre invita a considerare come i ritmi naturali possano cambiare di anno in anno. I giapponesi, storicamente attenti all’osservazione delle stagioni, trovano oggi spunti di riflessione in questo scenario inconsueto, che ricorda come il mondo naturale risenta delle condizioni ambientali attuali, facendo sì che persino la stagione delle nevi possa essere rimandata in luoghi dove la sua presenza era data per scontata.

Questi piccoli segnali sono un invito a osservare come la natura risponda alle situazioni sempre nuove, e il Monte Fuji, che da secoli si erge immobile, diventa simbolo di un equilibrio che si trasforma, spingendo ognuno a riflettere su quanto conti preservare i ritmi che hanno sempre caratterizzato i luoghi a cui teniamo.

Giappone

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Nicola Gargiulo

Nicola Gargiulo

Grafico e Copywriter di professione, nerd per ossessione. Cresciuto a latte, anime, videogiochi, film, serie TV, manga e fumetti cerco di diffondere il "verbo" tramite la parola scritta e lo spazio concesso dall'internet e dai capoccia di Dr. Commodore, detti anche "Gorosei".

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