La nuova serie Dragon Ball DAIMA è cominciata da poco e conta appena tre episodi, i quali hanno portato molte novità all’universo creato da Akira Toriyama, tra cui il particolare aspetto infantile dei personaggi, compresi i Saiyan, come Goku e Vegeta, che sono tornati a una forma “giovanile” per via di un desiderio espresso al Drago Shenron. Questa scelta narrativa ha suscitato una notevole curiosità tra i fan, i quali hanno aperto numerose discussioni positive in merito, elogiando sia il fatto di essere tornati a uno stile di avventura maggiormente basato sulle arti marziali, sia il fatto di aver proposto delle versioni canoniche dei personaggi infanti, definendo DAIMA una versione migliore di Dragon Ball GT già dai primi episodi.
Tuttavia questa trasformazione ha portato molti utenti a porsi degli interrogativi sul design, per comprendere al meglio la direzione scelta. In particolar modo, alcuni speravano di vedere un ritorno alle origini importante, dove tutti i Saiyan riprendevano il possesso di quell’elemento che li distingue da una figura umana: la loro coda. Averla nelle fasi infantili ha un significato molto iconico per la razza guerriera, ma soprattutto aggiunge quell’elemento di distruzione che si presentava quando assumevano la forma Oozaru, ovvero quella di Scimmia Gigante, impossibilitati a controllarla.
Tuttavia, in Dragon Ball DAIMA questa coda è assente sui personaggi che potrebbero averla, cosa che, appunto, ha portato gli utenti a domandarsene il motivo. Naturalmente c’è una spiegazione logica che anche l’autore ha cercato di far comprendere al meglio sin dagli episodi iniziali, e si basa su una distinzione importante: i personaggi non sono tornati bambini nel vero senso dell’età, ma sono stati rimpiccioliti, mantenendo così le loro personalità adulte e consapevolezze, così come i tratti distintivi del loro corpo in quel momento.
Rimpicciolimento e Non Ringiovanimento
In Dragon Ball DAIMA, il fenomeno che ha colpito i Saiyan è più un incantesimo o un’alterazione magica che li ha resi esteticamente simili a bambini, senza modificare le loro menti o ridurli a una reale infanzia. Questo dettaglio cambia la percezione della trasformazione, perché i protagonisti sono solo fisicamente più piccoli e non si tratta di un effettivo ritorno a uno status bambino, tant’è che nelle trasposizioni videoludiche come Sparking! Zero, dove Goku dalla nuova serie è stato già inserito, viene denominato come “Goku Mini” e anche agli altri personaggi è stata aggiunta questa appendice.
Tutti i protagonisti, infatti, mantengono il loro livello di esperienza, forza e le loro abilità, oltre a una mentalità matura e consapevole delle loro azioni e scelte. Ciò che cambia sono probabilmente le possibilità che un corpo più piccolo offre a livello di combattimento, per il quale vedremo se si tratterà di un punto a favore o a sfavore. In questo senso, la mancanza di una coda si allinea con l’idea che la loro natura Saiyan non sia stata alterata in termini genetici o fisici di età: l’assenza di coda evita complicazioni legate alla trasformazione in Oozaru, che potrebbe non essere rilevante in questa nuova storia.
Tuttavia, un commento in merito è lecito. Dragon Ball DAIMA vuole attingere anche alle origini della serie, per cui l’aggiunta di elementi come la coda e le trasformazioni Oozaru sarebbero potuti essere molto interessanti, specialmente se consideriamo la maturità dei personaggi e la loro consapevolezza, che gli avrebbe permesso di controllare il tutto e/o di sfoggiare una nuova potenza. Similmente a GT, per esempio, potevamo vedere un Oozaru Super Saiyan, ma per ora rimane Fanta-Dragon Ball, con un piccolo spiraglio che rimane aperto, data la precocità della serie e la possibilità di un possibile cambiamento.