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Cambiamento climatico: si rischia un riscaldamento di 3,1°C entro il 2100, con conseguenze irreversibili

Nel 2015 ben 194 paesi e l’UE hanno firmato gli Accordi di Parigi, con i quali si punta a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, in modo da non subire troppi danni a causa del cambiamento climatico. In questi quasi 10 anni da allora, i paesi firmatari hanno messo in atto alcune politiche per raggiungere l’obiettivo, anche se non hanno ancora rispettato pienamente tutti gli impegni presi, e questo si vede anche con gli eventi climatici avvenuti di recente.

Siamo verso dei danni irreversibili del cambiamento climatico

Stando al rapporto annuale Emission Gap stilato dalle Nazioni Unite, se i vari paesi del mondo continueranno in questa direzione, entro il 2100 la Terra registrerà un riscaldamento delle sue temperature pari a 3,1°C.

Se la Terra dovesse davvero riscaldarsi di 3,1°C andremo incontro a dei danni irreversibili tra cui: il crollo di numerosi ecosistemi (e quindi perdita di biodervisità), stress idrico, eventi climatici ancora più estremi di quelli che viviamo adesso, l’innalzamento critico del livello del mare e l’acidificazione delle acque marine. Non a caso il segretario dell’ONU Antonio Gutierrez ha dichiarato che “O i leader colmano il divario di emissioni, o ci tuffiamo a capofitto nel disastro climatico“.

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Cosa devono fare i vari paesi per impedire il disastro

Il rapporto suggerisce ai vari paesi di tagliare le emissioni di CO2 del 42% entro il 2030 e del 57% entro il 2050 adottando fonti di energia rinnovabile e decarbonizzando tutta l’industria. I governi dovranno quindi dare fiducia a diverse tecnologie emergenti sul sequestro e stoccaggio di carbonio – che rappresentano uno dei cardini per la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica – e all’implementazioni di energie come l’eolica o la solare (oppure anche l’energia nucleare, considerata anch’essa un’energia pulita).

Per la questione clima gli occhi del mondo sono puntati sulla conferenza COP29 che si terrà il mese prossimo a Baku in Azerbaijan, che avrà un’importanza cruciale nel ridefinire l’impegno dei paesi in merito alla crisi climatica. Appare sempre più chiaro che se i governi non agiranno già in questi anni rischiamo di vivere un futuro tutt’altro che positivo.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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