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Dragon Ball SD: le nostre impressioni sul primo volume dello spin-off

A novembre Dragon Ball compirà 40 anni, e per festeggiare l’anniversario ci sono anche iniziative diverse da noi. La casa editrice Star Comics ha portato un nuovo spin-off della serie, ossia Dragon Ball SD di Naho Ohishi.

Dragon Ball Super Deformed… In tutti i sensi!

A differenza di altri spin-off dell’opera di Akira Toriyama, Dragon Ball SD è a tutti gli effetti un vero e proprio retelling della storia originale in versione ridotta e fortemente accorciata. L’acronimo SD del titolo sta infatti come super deformed, che in questo caso non si riferisce soltanto allo stile chibi scelto da Ohishi ma anche al modo in cui la storia viene raccontata.

I ritmi narrativi siano molto veloci sin dalla prima pagina, proprio perché le intenzioni dell’autrice sono di narrare la storia originale in maniera molto condensata. Quindi ci troviamo a leggere l’inizio del viaggio di Goku e Bulma alla ricerca delle sette sfere del drago in poche pagine, con il primo capitolo che ci mostra pure già l’incontro con il Maestro Muten e il primo scontro con Pilaf.

Dragon Ball SD

Con il passare dei capitoli diventa palese che alcuni eventi siano stati praticamente saltati, e che la Ohishi abbia puntato la sua attenzione soprattutto sul lato comico dell’avventura, anche se non tutte le gag (slapstick e metanarrative) risultano sempre divertenti. Fin da subito ci sono poi battute che strizzano l’occhio ad alcuni eventi futuri della storia (ad esempio ci sono già citazioni alle saghe dei Saiyan e di Majin Bu), che possono essere apprezzate appieno da coloro che conosco già l’originale, e forse questo potrebbe rappresentare un piccolo problema per Dragon Ball SD.

Il manga si presenta come un manga per tutti con l’ovvio fine è quello di spingere i lettori novizi a comprare e leggersi il manga originale. La presenza di gag che basano la loro comicità sulle citazioni a eventi futuri della storia lo rendono non proprio adatto ai novizi, ma piuttosto un omaggio ben riuscito all’opera di Toriyama. Si sente proprio che l’autrice di questo spin-off sia un’appassionata delle avventure di Goku e compagnia, quindi potremmo definire questo spin-off un’opera fatta dai fan per i fan.

Dragon Ball SD

I disegni e l’edizione di Star Comics

Anche nei disegni SD si rivela un manga davvero carino, anche se non tutti i personaggi sembrano essere in stile super deformed in certi momenti, soprattutto Goku, Crilin o Pual (molto probabilmente perché in questa parte della storia sono bambini o comunque personaggi già di loro piccoli).

L’edizione di Star Comics è abbastanza in linea con quelli degli altri suoi manga, anche se è sprovvista di sovraccoperta (sono comunque presenti le alette). Il volume è poi interamente a colori tolto giusto alcuni extra alla fine che o sono in bianco e nero o sono colorati in maniera più particolare con sfumature di grigio e viola.

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In conclusione il primo volume di Dragon Ball SD si presenta come un’opera più dedicata ai fan di Dragon Ball che ai lettori che non hanno mai letto l’originale di Akira Toriyama (o visto gli adattamenti anime prodotti da Toei Animation) piuttosto che per chi ancora non la conosce. Si tratta di una lettura leggera, in quanto spinge tantissimo sul lato comico della storia e presenta gag simpatiche (anche se non tutte) in cui non mancano riferimenti al futuro della serie.

Leggi anche: Dragon Ball Sparking Zero: arriva il primo aggiornamento, novità e un reset dei replay

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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