I partiti di maggioranza che costituiscono il governo Meloni si stanno preparando a bocciare un’altra proposta dei partiti di opposizione PD, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Dopo il ripetuto no al salario minimo la maggioranza ha intenzione di bocciare alla commissione Lavoro alla Camera la proposta della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
Il governo vuole bocciare la proposta dell’opposizione di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario
Con questa proposta si andrebbe a favorire la sottoscrizione di contratti collettivi di lavoro per definire dei modelli organizzativi che col tempo permetteranno di ridurre il numero di ore settimanali a 32, a parità di salario (ossia con gli stessi stipendi di prima). A questi si vanno ad aggiungere anche investimenti per quanto riguarda la formazione e l’innovazione.
L’orario normale di lavoro è fissato a 40 ore settimanali, ma i contratti collettivi di lavoro possono stabilire anche una durata minore e riferire l’orario normale alla durata media delle prestazioni lavorative, in un periodo che non superi un anno.
La proposta presentata dai partiti di opposizioni prevede per i datori di lavoro privati che sottoscrivono questi contratti, un esonero dal versamento dei contributi previdenziali proporzionale all’orario di lavoro fino al 30% (50% per piccole e medie imprese, 60% per imprese che comportano lavori usuranti), da cui sono esclusi i premi e i contributi spettanti all’Inail. Questo esonero dura per 3 anni dall’eventuale approvazione della legge.
Il documento scritto dai tre partiti dovrebbe passare in aula il 21 o il 28 ottobre, ma il governo non ha alcuna intenzione di considerarlo e vuole attuare dei decreti soppressivi per bocciarlo. Arturo Scotto del PD ha attaccato la maggioranza dicendo “Non vogliono discutere di merito: semplicemente vogliono cancellare le nostre proposte“, mentre il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte ha aggiunto “è inaccettabile [….] abbiamo presentato la proposta per la riduzione dell’orario di lavoro, e purtroppo c’è già un emendamento della maggioranza soppressivo“.
Quest’atteggiamento di non considerare neanche una proposta dell’opposizione potrebbe anche derivare dal vittimismo di molti partiti attualmente al governo, come Fratelli d’Italia, sviluppato quando erano loro a essere all’opposizione. Anche se in ogni caso la decisione di bocciare questa proposta è coerente con il loro osteggiamento del salario minimo, che comunque è in vigore nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea.