Il successo di Dragon Ball: Sparking Zero ha momentaneamente distolto l’attenzione dalla situazione generale del mercato dei videogiochi ispirati ad anime e manga di successo, che purtroppo salvo rare eccezioni non è per niente rosea.
La verità è che il pubblico è stanco di titoli che molto spesso non hanno molto da offrire oltre alla loro natura di picchiaduro anime e che dopo le prime ore di gioco vengono irrimediabilmente abbandonato sullo scaffale. Il gioco di Jujutsu Kaisen, che ha spinto centinaia di giocatori a chiedere il rimborso dopo poche ore di esperienza, è la conferma che ad oggi realizzare un gioco anime in grado di sopravvivere nel mercato è molto spesso una sfida contro la sorte.
Secondo Bloomberg, infatti, Bandai Namco avrebbe cancellato o interrotto lo sviluppo di diversi titoli, alcuni dei quali basati su popolari manga e anime come Naruto e One Piece, e starebbe riducendo drasticamente il personale dell’azienda. Ad essere stato cancellato inoltre sarebbe anche un misterioso progetto in collaborazione con Nintendo.
Bandai Namco tra tagli del personale e progetti cancellati
Bloomberg sostiene di possedere fonti direttamente coinvolte con la faccenda che raccontano di come la compagnia stia “assumendo un approccio tradizionalmente giapponese per ridurre lo staff, chiudendo i lavoratori all’interno di stanze in cui non hanno nulla da fare, facendo loro pressione per costringersi a licenziarsi volontariamente“.
Questa metodologia è nota in Giappone come “odaishibeya” o “Purgatorio Giapponese” e consiste appunto nel chiudere gli impiegati in stanze spesso senza finestre, dando loro un giornale o qualcosa del genere e costringendoli a passare le ore lavorative senza far nulla. E, purtroppo, accade più spesso di quanto pensiamo, tutto per portarli al licenziamento volontario in modo da evitare eventuali problemi per l’azienda.
Secondo la fonte i lavoratori sottoposti a questo genere di trattamento sono stati circa 200 e ciò ha portato a quasi 100 dimissioni. Per quanto riguarda i progetti cancellati la fonte non scende nei dettagli, ma pare si tratti di titoli legati al mondo degli anime e dei manga come Naruto e One Piece.
Interrogato sulla questione proprio da Bloomberg, un rappresentante di Bandai Namco ha così commentato la notizia:
“Le nostre decisioni di interrompere lo sviluppo di videogiochi sono basate su valutazioni complessive della situazione. Alcuni impiegati potrebbero dover aspettare un po’ di tempo prima di essere riassegnati ad altri progetti, ma man mano che questi emergono procediamo sempre con le riassegnazioni.”
Risposta abbastanza generica e ben poco chiara ed approfondita, dunque, se consideriamo la gravità delle accuse mosse contro Bandai Namco dalle fonti di Bloomberg.