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Accuse verso il creatore di Ranking of Kings: Sousuke Touka denuncia una donna per diffamazione

Sousuke Touka, l’acclamato autore dell’opera Ranking of Kings, divenuta particolarmente popolare con la sua trasposizione animata ricca di emozione e intrighi, si è ritrovato al centro di una spiacevole vicenda legale che ha coinvolto una donna di 30 anni della prefettura di Kagawa. L’autore ha sporto denuncia contro la donna per diffamazione, in seguito a una serie di gravi commenti offensivi che lo etichettavano come “pedofilo” e “sostenitore di estrema destra”.

Le accuse, che risalgono allo scorso luglio, sono state pubblicate sui social media dalla donna, la quale si è dichiarata fortemente turbata dalla lettura dell’opera di Touka. Secondo quanto riportato, la donna credeva che l’autore di Ranking of Kings avesse copiato un altro manga a lei caro, e ha espresso la sua frustrazione riversando insulti pesanti contro l’autore, quali accuse di pedofilia e di essere un sostenitore di estrema destra (nello specifico utilizza il termine “netizen” che tradotto significa nepotismo). Tali accuse, non sono state viste di buon occhio, con Touka che ha deciso di sporgere denuncia.

Ranking of Kings

L’ammissione: “Trasportata dalla rabbia verso Ranking of Kings”

Non si tratta certamente del primo caso in cui autori di manga e anime vengono diffamati in questo modo dagli utenti e, in realtà, si tratta di qualcosa all’ordine del giorno sul web (spesso con commenti fin troppo esagerati), ma in terra orientale e soprattutto nella loro lingua, certe cose vengono affrontate molto più seriamente, con conseguenze che possono portare tali utenti anche a ripercussioni legali, come in questo caso.

La polizia ha condotto indagini approfondite in merito alla vicenda, interrogando la donna e portandola a confessare la propria colpa. In un’ammissione successiva, ha dichiarato di essersi lasciata trasportare dalla rabbia, convinta che Touka avesse “plagiato” un manga da lei amato. Questo sentimento di ingiustizia l’ha spinta a pubblicare contenuti diffamatori, nonostante fossero privi di alcun fondamento.

Il caso, trasferito alla procura dopo le indagini, mette in luce l’importanza delle responsabilità legali legate all’utilizzo dei social media, soprattutto quando si tratta di commenti che possono danneggiare la reputazione di una persona. Nonostante l’ammissione della donna, rimane da vedere quale sarà l’esito legale per la sua condotta. Questa vicenda sottolinea ancora una volta quanto sia delicata la gestione delle parole online e le conseguenze che possono derivare da accuse ingiustificate.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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