utopìa s. f. 1. Formulazione di un assetto politico, sociale, religioso che non trova riscontro nella realtà ma che viene proposto come ideale e come modello; il termine è talvolta assunto con valore fortemente limitativo (modello non realizzabile, astratto), altre volte invece se ne sottolinea la forza critica verso situazioni esistenti e la positiva capacità di orientare forme di rinnovamento sociale (in questo senso utopia è stata contrapposta a ideologia). 2. estens. Ideale, speranza, progetto, aspirazione che non può avere attuazione.
Utopia. Un concetto astratto, “coniato” da Thomas Moore più di un secolo fa. Un concetto che rappresenta l’impossibilità di raggiungere la “perfezione” socio-politica, ma che in realtà si fa foriero di profonde e particolari riflessioni. Per quale motivo non è possibile raggiungere quella perfezione? Per l’imperfezione dei governanti? O forse per quella dei governati? O ancora perché l’uomo, imperfetto per natura, sia esso governante o governato, non può né potrà mai raggiungere la perfezione neanche mediante l’aggregazione collettiva, che dovrebbe in qualche modo eliminare o quantomeno mitigare le suddette imperfezioni?
Non vi è una risposta univoca a questa domanda, né vi è la possibilità effettiva, almeno per il momento, di raggiungere l’utopia di cui sopra; almeno non in questo mondo, non in questa società. Perché si sa, ci sono sempre degli interessi sociali da tutelare, che in qualche modo andranno a vantaggio di alcuni e a svantaggio di altri; è questo, forse, il motivo per il quale raggiungere un’utopia è impossibile.
Ecco la nostra recensione di Metaphor ReFantazio!
Questa recensione si apre con un discorso che può sembrare casuale, ma che in realtà rappresenta il punto cardine attorno a cui ruota l’intero spirito di Metaphor ReFantazio, prima fatica dello Studio Zero, team in cui spiccano alcuni volti e nomi estremamente noti ai fan dell’ex diarchia di Atlus composta da Persona e Shin Megami Tensei. Un titolo importantissimo sotto innumerevoli punti di vista, che punta ad entrare dritta al cuore di tutti i fan dei JRPG, e che pone delle solidissime basi sia per la costruzione di una IP che avrà tanto da dire anche in futuro, sia per rendere la diarchia di cui sopra un triumvirato, impresa più volte tentata da Atlus nel corso degli ultimi anni ma mai effettivamente portata a compimento.
Abbandonate le opprimenti atmosfere urbane di una Tokyo ricca di problemi e contraddizioni, Atlus ha deciso di abbracciare forse per la prima volta il fantasy puro, e lo fa con un risultato semplicemente strabiliante, in grado di rapire il giocatore – trattato come una persona senziente, nonché come parte integrante del mondo di gioco – nonostante un comparto tecnico vetusto che soffre le lungaggini relative allo sviluppo del gioco. Ma tutto ciò poco importa, e ve lo anticipiamo sin d’ora, poiché Metaphor ReFantazio è una vera e propria perla capace di andare ben oltre le apparenze; un titolo maturo, dal game design estremamente curato e dall’intreccio semplicemente superbo, in grado di far appassionare chiunque saprà farsi trasportare in quello che potremmo definire, prendendo in prestito il titolo della trasposizione di una ben nota saga fantasy, un “Game of Thrones”.
Dopo aver passato ore nel mondo ideato da Studio Zero, siamo finalmente pronti a dirvi la nostra su quello che, a parere di chi vi scrive, potrebbe essere un serio candidato al premio di Game of the Year, nonostante alcune piccole lacune che tuttavia non minano in alcun modo la bellezza di Metaphor ReFantazio.
Un regno che va salvato da se stesso
Euchronia è un regno ricco di contraddizioni; un regno che, nonostante la guida del suo ormai vecchio re, è totalmente allo sbando, persosi nei meandri di una società razzista e classista incapace di far coesistere le otto etnie che la compongono. Un regno che poggia le sue basi sulla paura e sull’odio, dove a prevalere è solo ed unicamente la legge del più forte; un regno, in sostanza, che ha bisogno di una forte scossa per ripartire, di una scintilla capace di rivoltare i terribili dogmi cui gli Euchroniani sono ormai ancorati.
Una scintilla, dicevamo; la stessa della lama del Conte Louis Gouiabern, avido nobile assetato di potere e sangue, che nell’incipit del gioco trafigge il petto del povero ed ormai anziano re di Euchronia. Il regicidio compiuto da Louis è solo un ingranaggio del suo grande piano; egli infatti, dopo aver maledetto l’unico erede legittimo del re, confinandolo in un sonno eterno, punta ad ascendere al trono per liberare Euchronia ed il suo popolo da tutti i mali che affliggono non il regno, ma la società che vive all’interno di esso.
Il piano di Louis sembra andare a gonfie vele; facendo leva sulla forza bruta infatti, e mostrando al popolo indifeso la minaccia che incombe sulle loro vite, rappresentata ironicamente da delle terribili ed enormi mostruosità chiamate Umani, il giovane Conte sembra essere ad un passo dall’incoronazione. Tuttavia, Louis non aveva fatto i conti con la potente magia del re di Euchronia. Durante il funerale del sovrano infatti, il Palazzo Reale si stacca dal terreno ed inizia a fluttuare in aria, quasi a simboleggiarne l’inarrivabilità; al suo fianco si staglia un enorme roccia con incisa la faccia dell’ormai defunto re, il quale in controtendenza col passato indice delle vere e proprie elezioni, lasciando al popolo la possibilità di scegliere il proprio governante. Una novità, soprattutto per una società abituata a vivere secondo dogmi precisi, ed incapace di prendere una direzione se non quella estremamente egoistica della gloria e della ricchezza.
Ma c’è di più; stando alle regole imposte dalla magia del defunto re infatti, il nuovo sovrano di Euchronia non dovrà rispettare dei particolari requisiti relativi alla razza o al lignaggio, ma potrà – letteralmente – essere chiunque. Nei quattro mesi successivi al funerale infatti, tutti i candidati al trono potranno diventare re o regine, a patto di essere i più graditi dal popolo. L’avvento della democrazia potrebbe dunque essere la vera scintilla capace di risollevare le sorti della società Euchroniana; una società che non si cura delle sorti del prossimo, che abbandona chi ha necessità di essere aiutato, e che ghettizza gli appartenenti a tribù ed etnie diverse da quella dominante, proprio come gli Elda, razza a cui appartiene il protagonista del titolo.
Un wordbuilding maestoso e crudo
Egli altri non è che uno dei migliori amici del legittimo erede al trono, ormai incapace di partecipare alla lotta per il potere a causa della maledizione scagliatagli contro da Louis. Il giovane Elda, insieme alla sua fidata amica Gallica, una piccola fata dal carattere estremamente bizzarro e adorabile, trovatosi a Grand Trad, capitale del regno, durante i funerali, decide per dei motivi che non stiamo qui a spoilerarvi di candidarsi come aspirante re, imbarcandosi in un’avventura il cui comparto narrativo è semplicemente magistrale sotto ogni punto di vista. Il viaggio sarà ovviamente costellato di difficoltà, dettate proprio dalla razza cui appartiene il protagonista; se per chiunque infatti la corsa al trono è molto difficile, per lui, un reietto disprezzato dalle altre popolazioni di Euchronia, è praticamente impossibile.
Il worldbuilding, maestoso sotto tutti i punti di vista oltre che incredibilmente ricco di metafore, è palesemente ispirato al mondo reale, ed in particolare ad una Tokyo che ormai da anni fatica a riconoscersi per quella che è realmente; questo enorme parallelismo è un po’ il leit motiv che ci farà compagnia per le tantissime ore necessarie a completare l’avventura, e che governa l’intero Metaphor ReFantazio.
L’attenzione donata al wordbuilding tuttavia non si esaurisce tuttavia unicamente nel suddetto parallelismo; nonostante l’assenza di inutili e noiosi spiegoni, infatti, il giocatore viene trasportato immediatamente in un regno che farà fatica a dimenticare, tratteggiato nei minimi particolari sotto tutti i punti di vista. Le maestose architetture, i tanti mezzi di trasporto, le meravigliose ambientazioni ecc. sono state infatti create con estrema cura, oltre che spiegate in maniera sempre interessante al giocatore, stuzzicando sempre più la curiosità dello stesso.
Inoltre, sempre relativamente al world building, abbiamo notato come vi sia una massiccia presenza di citazioni relative ad alcune delle opere che hanno segnato la cultura pop nel corso degli ultimi anni; si passa da Legend of Zelda ad Attack on Titan, fino ad arrivare al già citato Game of Thrones. Tale citazionismo tuttavia non è mai vano, ma è sempre reinterpetato in maniera estremamente intelligente e con una fantasia capace di rapire il giocatore.
Una scrittura di prim’ordine
Anche la scrittura è, come spesso accade per questo genere di titoli, di prim’ordine; esclusi alcuni passaggi a vuoto relativi perlopiù ad una caratterizzazione dei comprimari piuttosto “normale” e senza grossi picchi, ci siamo ritrovati davanti ad una narrazione ricca di colpi di scena, intervallata da dialoghi mai noiosi e sempre brillanti, come da stile Atlus, e da dei meravigliosi filmati d’intermezzo animati capaci di raccontare alla perfezione i momenti più salienti della corsa al trono.
Il mondo fantasy creato dagli sviluppatori di Studio Zero è dunque una vera e propria delizia; i tanti sottotesti presenti, come da tradizione per i JRPG di Atlus, si fanno portatori di una enorme critica alla società in cui viviamo; una società dove impera l’egoismo, e dove le diversità sono più acuite che mai. Una società che gli abitanti di Euchronia vedono come un’utopia, appunto, ma che è inquietantemente più vicina a loro di quello che possa sembrare.
Tanta tradizione, qualche novità
Dal punto di vista ludico Metaphor ReFantazio è, a tutti gli effetti, una piccola variazione sul tema già noto ai fan di Persona e Shin Megami Tensei; il titolo infatti riprende molto dai big two di Atlus, migliorando non di poco la quality of life e mettendo in campo alcune aggiunte estremamente gradite.
Così come negli altri due titoli targati Atlus infatti, anche in Metaphor ReFantazio è presente una struttura in cui il passare del tempo la fa da padrona; durante il giorno infatti potremo compiere un massimo di due azioni, che comprenderanno come sempre attività secondarie di ogni tipo, il rafforzamento dei legami con i numerosi confidant presente, l’aumento delle statistiche relative alla personalità del protagonista, i movimentati viaggi a bordo dei meravigliosi Trasvettori, e così via. A differenza di Persona però, abbiamo notato come gli sviluppatori hanno voluto premiare il giocatore, invogliandolo a spendere del tempo prezioso che avrebbe altrimenti potuto dedicare al completamento della quest principale. Dimenticate infatti le celeberrime “uscite a vuoto” presenti nel brand citato poc’anzi, in quanto ogni azione compiuta sarà utile o a guadagnare denaro e livellare, o a rafforzare il livello di legame con Hulkenberg, Heismay, Strohl e tutti gli altri meravigliosi comprimari. Non ci sarà dunque giorno passato invano, a meno che voi non lo vogliate.
Chiaramente, durante i tanti giorni che compongono la corsa al trono, sarà anche possibile dedicarsi interamente alla main quest; durante l’avventura sarà infatti necessario esplorare numerosi ed enormi dungeon, strutturati grosso modo come quelli del recente Persona 5, con delle importanti variazioni relative soprattutto a delle missioni “a tempo” e a degli enigmi ambientali dalla semplicissima risoluzione. La struttura dei tanti dungeon presenti è sempre ottima, e stimola il giocatore ad esplorare quanto più possibile al fine di trovare tesori e fortissimi pezzi di equipaggiamento capaci di garantire a tutto il party vita facile in battaglia.
Anche le missioni secondarie, strutturate esattamente come quelle primarie, risultano essere comunque piacevoli da giocare oltre che ricche di ricompense; avere tanti soldi, tanto Magla – risorsa utile a studiare gli Archetipi – e soprattutto qualche livello in più del dovuto sarà infatti necessario, se si vuole sopravvivere alle tante insidie nascoste nelle terre di Euchronia, nonostante queste siano meno spaventose – e molto meno complicate da gestire – rispetto a quelle viste in Persona o Shin Megami Tensei.
Non vi sono dunque grosse novità relative alla struttura ludica scelta dagli sviluppatori; Metaphor ReFantazio è infatti un JRPG piuttosto classico, che attinge a piene mani dall’eredità sia di Shin Megami Tensei che di Persona, senza tuttavia risultare una pallida imitazione di questi priva di qualsivoglia personalità.
Il combat system, tra Archetipi e real time
A brillare, come sempre nei titoli targati Atlus, è il combat system, foriero di alcune interessanti novità che tuttavia non stravolgono l’ormai celeberrimo press turn system già noto a chi apprezza i lavori della software house giapponese; per chi non lo conoscesse, questo prevede una mossa a turno per ogni membro del party, che può raddoppiare per un massimo di otto nel caso in cui si colpisca il nemico con un attacco a cui è debole.
Nonostante i turni, i combattimenti sono estremamente ritmati, e richiederanno comunque una buona dose di strategia per essere portati a termine a dovere; sarà fondamentale infatti gestire a dovere gli attacchi, le cure e l’utilizzo delle abilità portate in dote ai protagonisti dagli Archetipi, che rappresentano un intrigantissimo job system, estremamente profondo e capace di donare al titolo una grandissima dose di strategia. Dimenticate dunque le dinamiche da “monster collector” viste in Persona, in quanto qui il party dovrà cavarsela solo ed unicamente con le abilità e le peculiarità del proprio archetipo.
Ogni Archetipo viene studiato e quindi sbloccato all’Akademeia, un misterioso luogo in cui sarà possibile utilizzare del Magla, misteriosa sostanza che aleggia nell’etere di Euchronia; equilibrare il party, donando ad ognuno il giusto Archetipo, sarà fondamentale per proseguire nella trama principale, che nonostante un livello di difficoltà non eccessivo saprà comunque come mettervi in difficoltà in più di un’occasione.
Gli Archetipi vengono sbloccati mediante l’approfondimento delle relazioni con compagni ed NPC, e starà al giocatore cercare tutti i possibili confidant utili ad evolvere al meglio il party. Abbiamo particolarmente apprezzato questa dinamica, in quanto la stessa invoglia il giocatore ad esplorare e a spendere i giorni “vuoti” nel miglior modo possibile. Peccato solo che alcuni Archetipi non siano poi così efficaci in battaglia, risultando essere poco più che una gradita aggiunta messa lì per ampliare l’offerta e fare numero.
Le novità presenti nel combat system di Metaphor ReFantazio sono poche, ma estremamente intriganti; la più rumorosa è quella relativa al combattimento in real time con i mostri dell’overworld, che permetterà al party o di guadagnare un turno aggiuntivo qualora si riesca a stunnare i nemici più potenti, o di uccidere direttamente i mostri di livello uguale o inferiore a quello del party, riducendo non di poco le sessioni di farming e donando al gioco un ritmo estremamente elevato. Vi è inoltre la possibilità di far arretrare o avanzare i membri del gruppo, donando ad essi rispettivamente un boost alla difesa o all’attacco, e permettendo loro di evitare gli attacchi più potenti di boss e mini boss. Ultima, ma non meno importante, è la possibilità di spendere due icone turno per sferrare un attacco sintesi, che vede due Archetipi collaborare per generare un’ingente quantità di danni al nemico.
In sostanza dunque, nonostante le tante ed ottime novità presenti, anche il combat system di Metaphor ReFantazio si presenta estremamente classico e legato agli stilemi del genere; tuttavia dietro a questo “classicismo” si nasconde una grandissima dose di profondità, unita ad un job system tra i migliori degli ultimi anni, capace di dare grandissima libertà al giocatore e di rendere ogni combattimento una vera e propria partita di scacchi.
Artisticamente meraviglioso, ma la qualità visiva…
Metaphor ReFantazio, come già anticipato, non brilla assolutamente dal punto di vista tecnico. Il colpo d’occhio è poco più che sufficiente, forse anche a causa delle lungaggini relative allo sviluppo, partito nell’ormai lontanissimo 2016. A fare da contraltare ad una qualità visiva mediocre, ad un livello di dettaglio medio basso e a dei caricamenti non lunghissimi ma che non possono essere comunque giustificati vi è una direzione artistica semplicemente superba, scevra da qualunque tipo di difetto e capace di far innamorare anche il giocatore meno avvezzo al fantasy. Ogni singolo elemento portato su schermo dagli sviluppatori ha uno stile ben definito, e si inserisce perfettamente all’interno dell’immaginario medieval fantasy creato per questa nuova IP; inoltre il character design è di livello altissimo, così come lo sono le musiche, che abbandonano l’acid rock di Persona e Shin Megami Tensei per far spazio ad epiche composizioni capaci di far venire la pelle d’oca, ed i meravigliosi menu, tratteggiati come da tradizione con delle illustrazioni semplicemente meravigliose.
In conclusione…
Metaphor ReFantazio è, senza dubbio alcuno, uno dei migliori JRPG degli ultimi anni. Nonostante un comparto tecnico vetusto infatti, il titolo di Studio Zero riesce a stupire e a diventare un instant classic grazie ad un intreccio ricco di colpi di scena e parallelismi di ogni sorta, capace di veicolare un messaggio estremamente profondo ed attuale che, come spesso accade, nasconde una critica neanche troppo velata ai tempi che stiamo vivendo. D’altronde si sa, essere un sovrano non è mai facile, e per fare gli interessi di tutti ci sono sempre dei sacrifici da fare e del sangue da versare; tutto sta nel capire fin dove ci si vuole spingere, in nome di un bene – presunto – superiore. Il punto d’altronde è proprio questo: non esiste giusto e sbagliato, esistono solo delle scelte. Se non comportassero dei sacrifici, beh, sarebbe… utopia.
Metaphor Refantazio è disponibile dall’11 ottobre 2024 per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S, Microsoft Windows
La nostra valutazione
Voto - 9.5
9.5
Voto
Metaphor Refantazio è disponibile dall'11 ottobre 2024 per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S, Microsoft Windows