Il Piano “Italia a 1 Giga” è forse uno dei progetti più ambiziosi, in materia di infrastruttura digitale, portati avanti dal Governo italiano: l’obiettivo è quello di collegare alla rete internet ultra-veloce gran parte del territorio nazionale, specie quelle aree in condizione di “fallimento di mercato”.
Adesso, però, sembra che le mappe di collegamento per le cosiddette “aree grigie” siano da rivedere, se non addirittura da rifare in toto. Infatti, la Commissione Europea ha imposto all’Italia l’obbligo di inserire un “correttivo” alla normativa emanata per far fronte agli errori di mappatura.
Le mappe del Piano “Italia a 1 Giga” sono da rifare?
L’intera questione ha inizio ad aprile, quando si approvava un emendamento al “Decreto PNNR” per risolvere gli errori di mappatura intervenuti nelle aree grigie, ossia quei territori in cui il collegamento alla rete in fibra ottica è parziale o limitata.
L’emendamento dava a Open Fiber e FiberCop (le società vincitrici del bando del Piano “Italia a 1 Giga”) il potere di sostituire i civici inesistenti e quelli troppo distanti dagli altri con altri adiacenti. Così facendo, si sarebbero raggiunti più velocemente i requisiti di copertura fissati dal PNRR, necessari per accedere a nuovi finanziamenti europei.
La soluzione, però, non è piaciuta alla Commissione Europea: a seguito di numerosi incontri tra l’organismo europeo, il Governo italiano e Autorità indipendenti come AGCOM e Infratel, sono emerse alcune criticità. Al centro della questione, la decisione di escludere dai finanziamenti pubblici i numeri civici localizzati entro 50 metri da una rete in fibra ottica già esistente e quelli già collegati alla rete.
Intanto, le società responsabili del Piano “Italia a 1 Giga” hanno già fatto sapere che, se la politica dei 50 metri dovesse cambiare, ciò comporterebbe l’intera revisione dei piani di sviluppo della rete in fibra ottica, a partire dalla mappatura vera e propria. Ciò, quindi, si tradurrebbe in nuovi ritardi nella realizzazione dell’infrastruttura digitale.
Inoltre, c’è anche lo spettro di una nuova consultazione per saggiare lo stato dell’arte della rete Gigabit e conoscere con precisione i piani degli operatori privati per l’infrastruttura digitale.
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