Che le scienze facciano passi da gigante non è decisamente un segreto per nessuno e nel corso di questo 2024 Elon Musk sta facendo molto parlare di sé e del suo Neuralink, il chip impiantato con successo sul primo paziente nei primi mesi dell’anno e che, nonostante un piccolo malfunzionamento riscontrato durante il mese di maggio, è oggi funzionante e in grado di permettere al paziente persino di giocare a scacchi e a Civilitation IV.
I progressi per la società di Elon Musk, però, non finiscono qui. È infatti della scorsa settimana l’annuncio che un secondo paziente ha ricevuto l’impianto Neuralink, destinato a donare ai pazienti paralizzati la capacità di utilizzare strumenti digitali semplicemente col pensiero, e sta bene.
Durante un podcast registrato venerdì, Musk ha fornito i dettagli sull’impianto del secondo paziente e ha spiegato che questi fosse vittima di una paralisi dovuta a una grave lesione al midollo spinale. L’intervento, durato più di otto ore, è riuscito e attualmente risultano perfettamente funzionanti 500 dei 1024 elettrodi impiantati nel secondo paziente, mentre ulteriori novità arriveranno sicuramente nel corso delle prossime settimane.
Il secondo paziente di Neuralink: le parole di Musk
“Non voglio portare sfortuna, ma sembra che le cose siano andate estremamente bene col secondo impianto. C’è molto segnale, molti elettrodi. Sta andando davvero molto bene. I progressi sono buoni e il paziente sembra essersi ripreso completamente con nessun effetto collaterale. Attualmente è in grado di muovere un mouse su uno schermo solo col pensiero.”
Ha dichiarato Elon Musk nel podcast di Lex Fridman, sebbene non abbia voluto rivelare quando esattamente è stato svolto l’intervento per l’impianto. Musk ha inoltre aggiunto che ha in programma di impiantare il chip Neuralink su altri otto pazienti nel corso di quest’anno, sempre all’interno del progetto di sperimentazione clinica.
Noland Arbaugh, primo paziente della sperimentazione, era presente al podcast e ha parlato di quanto l’impianto abbia migliorato la sua qualità di vita e di quanto dunque sia grato ad Elon Musk per la possibilità di partecipare ai test clinici.