Google, in oltre 25 anni di storia, ha effettuato una serie di importanti acquisizioni ma, quella che è attualmente in corso, è la più importante di queste. Come riportato dalla testata inglese Indipendent, infatti, Alphabet si prepara ad acquisire la startup di cybersicurezza Wiz per una cifra proibitiva pari a 23 miliardi di dollari, diventando a tutti gli effetti la più esosa della sua storia.
Di suo, la startup non è nuova alla realizzazione di importanti record: Nel 2022 Wiz è diventata l’azienda di software in più rapida crescita nella storia, raggiungendo un fatturato annuo di 100 milioni di dollari in meno di 18 mesi dalla sua fondazione. Il founder della startup Assaf Rappaport, d’altra parte, ha semper dichiarato di mettere al primo posto non tanto la quantità di profitti, quanto la qualità del servizio offerto.
La nuova acquisizione record di Google
L’accordo potenziale è quasi il doppio dell’importo della più grande acquisizione di Google fino ad oggi: l’acquisizione di Motorola Mobility da 12,5 miliardi di dollari nel 2012. Questa cifra sembra essere più che giustificata di fronte all’ottima fama della quale gode il servizio, utilizzato per mantenere in sicurezza i server di EA e BMW.
Nata nel 2020, la startup è riuscita a cogliere la palla al balzo: mai come in questi ultimi anni, infatti, la sicurezza informatica è diventata una priorità per le aziende, sempre più soggette a pericolosi attacchi informatici e alla potenziale perdita di dati importanti come contratti ed informazioni interne che rischiano di diventare pubbliche per colpa di azioni criminali. Basti pensare, ad esempio, al massiccio attacco subito recentemente dalla Disney.
Un accordo da trovare con il favore dell’antitrust
Cosa manca ad Alphabet per completare la sua massiccia acquisizione? L’assenso dell’antitrust che, negli ultimi anni, molto ha avuto da fare di fronte ad acquisizioni di ingente portata da parte delle principali aziende globali. Attualmente, per essere precisi, Google sta già affrontando due cause con l’antitrust: una riguarda un’accusa di monopolio di informazione e la seconda riguarda gli strumenti di inserimento della pubblicità nelle pagine internet. Prima di cantar vittoria, insomma, dovremo attendere questo piccolo ma necessario appoggio.
