Uno dei blockbuster più attesi per l’estate 2024 è certamente Twisters: la pellicola intende riportare in auge il filone dei disaster movies anni ’90 con originalità e modernità e, proprio una vera e propria “carenza” di un aspetto della nostra modernità all’interno della pellicola sta facendo molto discutere.
Come possiamo leggere in una recente intervista di CNN Screen Time al regista del prodotto, numerosi sono gli utenti che stanno criticando la pellicola per la scelta, da parte della direzione, di non fare particolari cenni al cambiamento climatico come causa determinante dei disastri naturali che si verificano nel corso della vicenda narrata: il motivo dietro questa scelta ci viene appunto spiegato dal regista.
Twisters non vuole fare la predica agli spettatori
Leggiamo le parole del regista Lee Isaac Chung:
“Volevo solo assicurarmi che il film non trasmettesse alcun messaggio, non è il lavoro del regista quello di fare la predica. Penso che quello che stiamo facendo sia mostrare la realtà di ciò che sta accadendo sul campo… non ci sottraiamo dal dire che le cose stanno cambiando“
“Volevo assicurarmi che non si creasse mai la sensazione che stiamo predicando un messaggio, perché non è certo questo che penso debba fare il cinema. Penso che debba essere un riflesso del mondo“
La pellicola narra di una vera e propria “epidemia di tornado” che stanno seminando il panico in tutti gli Stati Uniti, ma in nessuna occasione viene citato il cambiamento climatico come causa o possibile causa del bizzarro fenomeno.
Il mondo del cinema sempre più “consapevole”
Il mondo del cinema, negli ultimi anni, sta compiendo una serie di scelte che, in verità, cozzano con la dichiarazione del regista di Twisters: basti pensare, ad esempio, al docufilm Food for Profit, nei cinema di tutto il mondo la scorsa primavera, che ha portato alla luce la problematica degli allevamenti intensivi senza troppi filtri.
Altri esempi possono essere ripescati scorrendo indietro nel tempo: pensiamo ad esempio al docufilm Supersize Me, il primo ch portò sugli schermi la problematica dei fast food e del loro larghissimo consumo negli Stati Uniti. Il film deve solo intrattenere o anche fare riflettere? Questo interrogativo continua a generare scontro tra gli addetti ai lavori, a quanto pare.