I videogiochi di Dragon Ball hanno spesso introdotto dei nuovi personaggi nel franchise nato dal manga di Akira Toriyama, persino in un titolo come Dragon Ball: The Breakers. In Dragon Ball FighterZ abbiamo visto il debutto di Androide 21, un personaggio misterioso introdotto come scienziata dell’esercito del Fiocco Rosso connessa a un’anomalia che rende i personaggi della serie impotenti.
I poteri di Androide 21
In seguito si scopre che Androide 21 è di fatto una degli antagonisti principali del titolo, e viene affrontata come boss finale nelle tre storie del gioco. Possiede inoltre due forme ben distinte: in una ha un aspetto umano e una personalità benevola e nell’altra mostra un aspetto simile a una versione femminile di Majin Bu, con una personalità malevola e tutti i poteri della creatura (come trasformare le persone in dolci).
Un’altra delle sue abilità è quella di copiare le tecniche avversarie dopo averli infilzati con una spada di energia che evoca con le sue mani. Insomma, una vera gatta da pelare, e con un design davvero davvero figo. Androide 21 è apparsa anche in altri giochi di Dragon Ball ed è stata menzionata anche nel film Super Hero, dove è stato rivelato il suo vero nome.
Androide 21 in versione Majin si prepara allo scontro
La versione Majin di Androide 21 si prepara ad affrontare i giocatori come boss finale di Dragon Ball FighterZ in questo cosplay realizzato da cheesu_cosplay. Il cosplay portato dalla ragazza è davvero ben realizzato in molti suoi dettagli, compresa la parrucca molto convincente. Per questo bisogna ringraziare sia lei che Omega_Craft, utente che si occupa di supportare diversi cosplayer con la realizzazione dei costumi e degli accessori.
Dalla foto si percepisce tutta la malevolenza del personaggio, che guarda verso gli spettatori come se attendesse una loro mossa. La ragazza posa poi davanti a una landa abbandonata (probabilmente aggiunta in post produzione). La foto del cosplay è stata scattata da Steve aka photostegi, un fotografo che ha collaborato con diversi cosplayer.
