Torniamo a parlare dell’assai discusso caso di chiusure inaspettate da parte di Xbox: a pagare le spese delle perdite dell’azienda sono stati studi promettenti come Tango Gameworks e Arkane Austin e, nemmeno a dirlo, la cosa non è andata giù alla community. Segnaliamo, tra le tante dichiarazioni in merito rilasciate da CEO e direttori di vari studi ed aziende del mondo videoludico, l’intervento del presidente di Moon Studios, team indipendente che ha dato vita ad avventura come Ori and the Will of the Wisps e il recente No Rest for the Wicked.
La sua dichiarazione, pubblicata tramite il suo personale profilo di Twitter (X) ci sembra un’interessante esplicazione del punto di vista di un direttore di piccoli studi: farsi acquisire dalle grandi aziende come Microsoft è sempre una scelta vincente? Leggiamo insieme cosa ne pensa Thomas Mahler.
Le dichiarazioni di Mahler riflettono il punto di vista di un piccolo studio emergente
To everyone whose been pestering me for years about why we didn't allow Moon Studios to get acquired by a big publisher…
— thomasmahler (@thomasmahler) May 7, 2024
That's why.
I've lived through the 90s and saw what happened when smaller studios got acquired by EA.
Never again 🤣😂 https://t.co/BHXm37PC2M
Qui sopra trovate la dichiarazione, molto apprezzata, di Thomas Mahler:
“A tutti quelli che da anni mi tormentano chiedendomi perché non abbiamo permesso che Moon Studios venisse acquisito da un grande editore… Ecco perché. Ho vissuto gli anni ’90 e ho visto cosa è successo quando gli studi più piccoli sono stati acquisiti da EA. Mai più!!”
Il comportamento di Xbox infiamma la community
Nelle ultime ore sono stati tantissimi gli addetti ai lavori che sono intervenuti a sostegno di Tango Gameworks, ma sono altrettanti gli utenti che si sono mobilitati per “far intendere” a Microsoft il parere della community in merito a quanto accaduto: in queste ore, infatti, si registra un notevole aumento delle recensioni Steam positive per Hi-Fi Rush, titolo di punta di Tango Gameworks, con allegati insulti a Microsoft e al suo operato. Al momento l’azienda non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito a questi fatti.