Nelle settimane successive all’uscita di scena del CEO di Activision Bobby Kotick, diversi sviluppatori, nonché ex dipendenti dei team dedicati a Overwatch e Call of Duty, hanno immediatamente rotto il silenzio e criticato aspramente l’operato del loro ormai ex superiore, rivelando al pubblico alcune informazioni rimaste finora nell’ombra, probabilmente a causa delle possibili ripercussioni dovute al ruolo ricoperto da Kotick.
In questo periodo ne abbiamo sentite di tutti i colori, comprese forti accuse che additavano la colpa di determinati insuccessi registrati dalle maggiori IP di casa Activision allo stesso ex-CEO. Non è infatti una sorpresa che Bobby Kotick fosse particolarmente impopolare all’interno della community di videogiocatori, in quanto la sua salita al potere ha registrato allo stesso tempo un peggioramento della qualità dei giochi, così come certe dichiarazioni hanno solo contribuito ad aggravare la sua reputazione.
Con l’uscita di scena, finalmente abbiamo un quadro più chiaro sul giudizio che avevano (e anno ancora) i suoi ex dipendenti nei suoi confronti e come si imponeva sui team di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda le scelte legate ai titoli di maggior successo e le sue azioni nell’azienda. Dalle molteplici denunce per molestie sessuali, alle minacce di morte, fino alla discriminazione dei suoi dipendenti legata all’età o al colore della pelle, sta venendo fuori un identikit non proprio idilliaco, ricco di indizi per trovare il responsabile di alcune scelte poco intelligenti fatte da Activision.
Bobby Kotick e le relazioni con i suoi dipendenti
I primi problemi sono iniziati nel 2007, quando un dipendente della compagnia di jet privati creata da Bobby Kotick fu licenziato per la denuncia fatta nei suoi confronti per molestie sessuali sul posto di lavoro. Negli anni successivi, sono seguite numerose vicende, rimaste un po’ in secondo piano, ma che finalmente adesso riescono a trovare una voce in capitolo.
La più recente riguarda una causa intentata da un ex dirigente di Activision Blizzard nel 2014, avvistata dal portale law360. Tale personaggio fu licenziato dall’ex-CEO con l’accusa di essere un “vecchio bianco” e non avere più i requisiti adatti agli standard dell’azienda. Un caso di discriminazione molto grave, soprattutto se consideriamo come il sostituto scelto al tempo fu un ragazzo più giovane, a confermare le parole denigratorie di Bobby Kotick.
Ma le cose non sono di certo finite qui, considerando come un ex dipendente di Demonware che ha lavorato a Call of Duty per due anni, ha rivelato di aver partecipato a una riunione di emergenza, a solo un mese dal suo arrivo nell’azienda, dove le persone si sono dimostrate davvero intimorite e spaventate anche nel rispondere, considerando come Bobby Kotick fosse su tutte le furie, avendo minacciato anche un dipendente di morte.
Le colpe di Bobby Kotick nello sviluppo
Proprio quest’ultima situazione, si collega anche a uno dei videogiochi più discussi in casa Activision, ovvero Call of Duty. Oltre alle affermazioni riguardo la riunione e le minacce portate avanti in occasione della stessa, l’ex sviluppatrice ha ammesso nello stesso post come le decisioni di Bobby Kotick abbiano influito negativamente sui risultati, peggiorando i titoli drasticamente.
Sembrerebbe infatti che nell’interesse di Bobby non ci fosse la soddisfazione degli utenti, ma soltanto i guadagni dell’azienda, cosa che lo portava a imporre il suo volere, senza preoccuparsi delle conseguenze. Questo è stato ribadito anche da un altro sviluppatore, in questo caso del ramo di Blizzard dedicato a Overwatch, il quale ha sostenuto con forza che il peggioramento del gioco fosse stato causato proprio da Bobby Kotick, dalle sue scelte, dai suoi cambi di idee e dal poco interesse mostrato nei confronti dei suoi dipendenti in difficoltà.
Nei suoi tweet infatti si esprime raccontando come spesso venivano buttati mesi di lavoro proprio a causa dei ripensamenti del CEO, così come viene raccontata la storia legata al review bombing subito da Overwatch 2 al suo rilascio su Steam, il quale era stato abbondantemente previsto, ma completamente ignorato, lasciando il team privo di informazioni, di risorse e di aiuto per affrontare la questione.
Insomma l’uscita di scena di Bobby Kotick potrebbe essere visto come un nuovo punto di inizio positivo per l’azienda, forte adesso anche dell’aiuto da parte di Microsoft, nuovo proprietario di Activision Blizzard King. Paradossalmente, l’ex CEO era uno dei più forti sostenitori dell’acquisizione, nonostante avesse dichiarato in precedenza come Xbox fosse destinata a fallire, ma probabilmente le sue motivazioni più recenti non riguardavano il futuro dell’azienda, ma piuttosto un tornaconto personale. Chissà che a partire dal 2024, ogni team di sviluppo Activision possa beneficiare da chiunque subentrerà, migliorando finalmente la qualità dei videogiochi e pensando maggiormente a cosa vogliono gli utenti.