La Francia ha deciso di cambiare profondamente il modo in cui dà gli incentivi alle auto elettriche, e ora sta per diventare il primo paese europeo a introdurre un punteggio per l’assegnazione di essi. L’obiettivo principale è quello di proteggere i produttori francesi da quelli esteri, soprattutto quelli cinesi. Finora infatti le auto elettriche prodotte in Cina hanno ricevuto il 40% di questi bonus.
Nell’ultima indagine di anti-dumping stilata dalla Commissione Europea sono venute fuori delle disparità in alcuni dati, come ad esempio le barriere doganali. Le aziende cinesi pagano infatti dazi pari al 10% per far esportare le loro auto nel continente europeo, mentre le aziende di qui devono pagare dazi che vanno dal 15 al 25% se vogliono esportare le loro vetture sul suolo cinese.
Il provvedimento entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024. Da quella data, il bonus di 5000 euro massimo per i privati (a cui si aggiungono 2000 euro se con redditi inferiori a 14100) e 3000 per le società, sarà consegnato solo a vetture che avranno un punteggio positivi su diversi fattori: una massa inferiore a 2,4 tonnellate, un prezzo di listino inferiore a 47 mila euro e un punteggio ambientale che deve essere compreso tra i 60 e i 100.
I fattori calcolati per dare gli incentivi alle auto elettriche
I fattori tenuti in considerazione saranno le emissioni di queste auto (il carboon footprint, ossia l’impronta lasciata nel veicolo durante tutto il suo ciclo vitale) e l’ecosostenibilità della loro produzione e della loro logistica (per questi saranno valutati l’energia e i materiali usati durante l’assemblaggio, il peso e i trasporti).
Nonostante i buoni propositi dietro questo provvedimento, c’è da considerare il fatto che vada a penalizzare anche le auto francesi, tra cui la Dacia Spring, la city car elettrica che da anni Renault produce proprio in Cina, in uno stabilimento che possiede assieme in una joint venture con il gruppo Gonfeng (il quale produce pure le batterie delle auto assieme a un’altra azienda cinese, la Sunwoda).
