Nonostante le auto elettriche facciano fatica a decollare in Italia, stanno diventano sempre di più un’importante presenza nel marcato automobilistico mondiale. A dimostrarlo sono paesi come la Norvegia, dove le auto elettriche rappresentano il 93% delle auto vendute nel corso dei primi 8 mesi del 2023. Nonostante quell’ottimo risultato, in Europa forse non conviene spesso compare questo tipo di auto per il loro prezzo elevato e gli alti costi di riparazione. Si può dire invece il contrario della Cina, dove le auto elettriche costano molto meno rispetto all’Europa e agli Stati Uniti.
Il prezzo medio di questo tipo di veicoli in Cina è sceso a 31.829 euro nel primo semestre del 2022, mentre in Europa e negli USA è salito rispettivamente a quasi 56 mila e 64 mila euro. Quest’anno il divario di prezzo è addirittura aumentato: adesso in Cina le auto elettriche costano meno della metà rispetto all’Europa e agli USA.
Nei primi sei mesi del 2023 il prezzo medio di una di queste auto era pari a 31.165 euro in Cina, contro i 66.864 euro in Europa e i 68.023 euro negli USA. Si tratta di un risultato incredibile per il paese asiatico, considerato che nel 2015 la situazione era ben diversa. Allora le auto elettriche costavano rispettivamente il 37% e il 26% in più rispetto a quelle vendute in Europa e USA.
La posizione di vantaggio della Cina
Secondo uno studio realizzato da Jato Dynamics, il vantaggio cinese è dovuto quasi interamente agli aiuti statali. Nell’ultimo decennio infatti il governo cinese ha sostenuto l’industria nazionale dei veicoli elettrici con il “New Energy Vehicle Industry Development Plan”, distribuendo alle aziende e ai consumatori delle sovvenzioni pari a 57 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2021.
Quasi tutti i veicoli elettrici venduti nel paese sono poi esenti dalla tassa dell’acquisto, cosa che li rende non solo più appetibili da parte dei consumatori ma permette alle aziende di guadagnare di più. Inoltre il mercato cinese non è saturo e permette anche a nuovi marchi di crescere (ad oggi in Cina se ne contano ben 170). Un’altra ragione del vantaggio potrebbe essere anche il basso costo della manodopera.
Felipe Munoz, analista di Jato Dynamics, ha dichiarato che i marchi cinesi stanno diventando visibili anche in paesi in cui i consumatori non li avrebbero mai presi in considerazione. Secondo lui i marchi occidentali dovrebbero dare attenzione alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie che gli permettano di arrivare ad un futuro completamente elettrificato.