Milioni di euro di tagli, a giusta ragione per il finanziamento pubblico alla produzioni cinematografiche italiane. La scena cinematografica nostrana è difatti in subbuglio a seguito della decisione del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di ridurre i fondi destinati al settore. Il Ministro mette un freno allo spreco di denaro pubblico che dovrebbe incentivare la produzione di Film Italiani di qualità ma vede unicamente crescere il conto in banca dei registi di film che al botteghino incassano poche centinaia di euro a fronte di milioni ricevuti per la produzione.
Inizialmente, il taglio previsto era di 100 milioni di euro, ma è stato successivamente ridotto a 36 milioni di euro anche probabilmente al netto delle reazioni degli addetti ai lavori che sicuramente non hanno gradito. Questa decisione è frutto della volontà del Ministero di rivisitare il sistema di credito fiscale attualmente in vigore per gli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo. L’obiettivo dichiarato dal ministro San Giuliano è di portare una maggiore efficienza e responsabilità nell’uso dei fondi pubblici. Cogliamo l’occasione per ricordare quel disastro che è stato ItsArt, la piattaforma “Netflix like” italiana.
Dettagli sulla Revisione del Tax Credit
Negli ultimi anni, i fondi pubblici assegnati al cinema sono aumentati in modo esponenziale. Nel 2019, il budget per il credito fiscale era di 423 milioni di euro, che è salito a 841 milioni nel 2021. La nuova strategia prevede una riduzione a 746 milioni nel 2023. Inoltre, per accedere al credito fiscale, le case di produzione dovranno presentare contratti con piattaforme televisive per la distribuzione del film.
Incassi Inesistenti e Generosi Stipendi ai Registi
Una delle ragioni alla base di questa decisione drastica riguarda la disparità tra i contributi ricevuti e i risultati al botteghino. Ad esempio, film come “Sherlock Santa” e “Ladri di Natale” hanno ricevuto milioni in contributi statali, ma hanno guadagnato solo una infinitesimale frazione di quel finanziamento.
Come riportato da Open, riportiamo testualmente:
È il caso di We are who we are, la miniserie di Luca Guadagnino che ha ricevuto un finanziamento dal Fondo per il cinema di 13,2 milioni, di cui 2,4 che figurano come compenso attribuito dai produttori al regista. Ma lo stesso è avvenuto anche per A casa tutti bene, il film di Gabriele Muccino che ha ricevuto 6,3 milioni di sovvenzioni con il credito d’imposta ma più della metà sono finiti direttamente nelle tasche dell’autore della pellicola.
Open, Sangiuliano conferma il taglio ai fondi per il cinema: «Finanziati film che hanno venduto 29 biglietti, è ora di cambiare registro»
La decisione di ridurre i fondi per il cinema italiano rappresenta un punto di svolta che potrebbe avere profonde ripercussioni sul settore. Mentre la riforma del tax credit sembra indirizzata verso una maggiore efficienza, resta da vedere come questo influenzerà la qualità e la quantità delle produzioni future.
Quello che è certo è che il dibattito è appena iniziato e potrebbe portare a cambiamenti significativi nel panorama cinematografico italiano.