L’annuncio di Dragon Ball DAIMA durante il New York Comicon 2023 non ha stupito praticamente nessuno: era da mesi che si susseguivano notizie riguardo un imminente annuncio di una nuova serie di Dragon Ball e puntualmente i “leak” venivano delusi da infinite conferenze in cui quasi nulla veniva annunciato. Tra Super 2, un fantomatico spin-off sul Fiocco Rosso e altro, i fan avevano fantasticato parecchio sul possibile soggetto della nuova serie, e finalmente dopo quasi un anno dall’inizio dei rumor a riguardo abbiamo potuto avere un annuncio ufficiale, assieme al primissimo trailer.
Dragon Ball DAIMA è finalmente realtà e come svelato dal trailer la serie debutterà nel corso del 2024. La durata delle puntate sarà dei soliti 24 minuti, mentre non è ancora perfettamente chiaro di quanti episodi sarà composta.
Tramite un messaggio Akira Toriyama ha rivelato di essersi occupato di storia, ambientazioni e di buona parte dei design del personaggio, lavorando quindi a stretto contatto coi produttori della serie sin dai suoi primi passi. Proprio Toriyama stesso ci spiega il significato nascosto dietro allo stravagante titolo formato dalla parola Dragon Ball e da una parola sconosciuta, inventata appositamente per l’opera unendo due kanji che invece i giapponesi conoscono bene.
Il titolo è composto dai kanji 大 e 魔: il primo si legge dai, ed è solitamente utilizzato per indicare personaggi come il Grande Re Demone Piccolo, mentre il secondo si legge ma ed è lo stesso che compone la parola majin. La parola DAIMA dovrebbe essere dunque l’unione delle parole “grande” e “malvagio”, e viene tradotta in inglese semplicemente come “malvagio” nella traduzione ufficiale del messaggio di Akira Toriyama.
Ben poco si può dedurre sulla trama della serie da questi pochi indizi che provengono dal titolo, tuttavia sempre secondo l’autore possiamo aspettarci tanta azione e scontri diversi dal solito. Dragon Ball DAIMA ha tutta l’aria di poter portare una ventata d’aria fresca all’interno del decennale brand creato da Akira Toriyama, e noi non vediamo l’ora di ammirare ciò che ne uscirà fuori.