Procioni Uniti!
Mesi dopo l’uscita su PS4 e XboxOne, arriva nelle case degli affezionati Nintendo South Park: Scontri Di-Retti, seguito dell’acclamato South Park: Il Bastone della Verità. Quest’ultimo convinse pubblico e critica nel 2014 , diventando uno dei giochi rivelazione di quell’anno. Dunque, alte aspettative per il sequel, in parte rispettate, in parte no e per certi versi anche superate. Infatti, abbiamo speso diverse ore su questo porting per Switch e siamo pronti a dirvi se è stato tempo ben speso, ma sopratutto se Cartman è ancora un “bastard-inside” di prima categoria.
L’eroismo è un apostrofo rosa tra un peto e una caccola
Ci troviamo (ma va?) nella cittadina di South Park, dove Cartman si convince che è ora di appendere bastoni magici, fantasy e barbari al chiodo per buttarsi in un nuovo stupendo mercato milionario: i supereroi. Quindi decide di “cambiare gioco” e di organizzare una banda per raccogliere la ricompensa di 100 dollari, che sarà data a chiunque ritrovi un certo gatto. Noi siamo “il novellino” della banda e nostro malgrado verremo coinvolti in questa pazza parodia degli universi cinematografici Marvel/DC. Infatti, saremo costretti a destreggiarci tra guerre civili tra supereroi, supercattivi amanti della carta stagnola e bande criminali della peggior specie. Questo l’incipit di Scontri di-retti, che dà il via ad una storia che tuttavia ci è sembrata meno brillante e più lenta rispetto a quella del suo predecessore, che abbiamo trovato più adatta al brand di South Park.
La trama non decolla, le citazioni convincono
La narrazione inizialmente fatica a decollare. Malgrado sia stupendo trovarsi nel mezzo di una puntata di South Park, la sensazione di essere dinanzi ad una trama raffazzonata è stata abbastanza marcata. Ne deriva una storia quadrata solo nella sua seconda parte, che riesce ad intrattenere ma non a convincere del tutto. A risollevare il comparto narrativo ci pensa il superbo stile parodistico degli autori del franchise, messo in atto in ogni scena del gioco. Scontri Di-Retti prende gli stereotipi supereroistici e della cultura pop e li straccia, li mastica e li sputa per regalarci “sfottò”, prese in giro ed un sarcasmo di rara bellezza. Cartman, Kenny, Stan, Kyle e compagnia sono come al solito politicamente scorretti, ed i loro dialoghi abbonderanno di riferimenti sessuali, religiosi e sociali durante tutta la durata del titolo.
Da grandi poteri derivano grandi mazzate
Se dal punto di vista narrativo il gioco non brilla come il precedente, ciò che invece è stato potenziato e portato quasi alla perfezione è l’offerta ludica. Infatti, le missioni, principali o secondarie che siano, sono incredibilmente divertenti e mai banali. Il tutto è arricchito da una gestione oculata della mappa – ampia il giusto e facilmente esplorabile grazie ad un ottimo sistema di viaggio rapido – e da un combat system veramente profondo ed appagante.
Gli incarichi che ci siamo trovati a svolgere a South Park sono innumerevoli, nonché uno più dissacrante dell’altro. Si va dalla raccolta di immagini “yaoi” ai salvataggi di gattini, fino ad arrivare ad esilaranti momenti in cui tramite ironici dialoghi vengono decisi gli orientamenti religiosi e sessuali del nostro alter ego. Tuttavia, queste mansioni sono meno incentrate sul combattimento rispetto al Il Bastone della Verità. Infatti, si verifica un’alternanza di momenti più tranquilli, in cui bisogna risolvere semplici enigmi tramite dei minigiochi, a sessioni di lotta particolarmente esaltanti e divertenti.
Un combat system eroico!
Il combat system di South Park Scontri Di-Retti prende a piene mani dal suo predecessore, potenziando e arricchendo le possibilità di approccio al combattimento. Ci troviamo di fronte ad un gioco di ruolo a turni, dove il posizionamento delle pedine nell’arena di gioco può fare la differenza tra una schiacciante vittoria ed una rapida sconfitta. Per inciso, gli scontri che abbiamo affrontato non sono per niente una passeggiata, qualunque sia il livello di difficoltà selezionato all’inizio del gioco.
Per vincere avremo a disposizione un party composto dal nostro alter ego e da altri 3 personaggi. Questi ultimi potranno essere liberamente selezionati prima di ogni scontro, ma solo se sbloccati con l’avanzare della main quest. Healer, velocisti, assassini, berserker: tanti sono i tipi di combattenti che potremo portare con noi in battaglia. Ogni personaggio è dotato di 4 skill uniche e di statistiche ad hoc. Colpi ad area, evocazioni, consumabili, bonus e malus di stato chiudono un pacchetto stupendo per quanto riguarda il combat system. Quindi, incredibile varietà, arricchita dalla possibilità di personalizzare il nostro “nuovo arrivato” sia esteticamente che non attraverso costumi “craftabili” e manufatti che incrementano le nostre statistiche.
Switch si o no?
La parte più debole dell’offerta rimane sicuramente il comparto tecnico. Quest’ultimo è veramente mediocre e non rende giustizia al resto della produzione. Infatti, se da una parte non sfigura rispetto a PS4 e Xbox One, dall’altra si possono notare cali di fps nelle situazioni più cariche. In alcuni frangenti, è marcato anche l’aliasing e si manifestano bug più o meno gravi. Tra questi bisogna segnalarne uno che resetta le ore di gioco e un altro che impedisce il completamento di una missione secondaria.
Il difetto più grave però restano i caricamenti: tanti, troppi e spesso veramente lunghi. Caricamenti che spezzano troppo il ritmo e che possono provocare fastidio e stizza nell’utente. Tuttavia, non bisogna dimenticare un plus non secondario della versione Switch, ovvero i comandi touch, accessori ma disponibili. Inoltre, cavallo di battaglia è la comodità di giocare in modalità portatile comodamente seduti sul trono d’avorio (per restare in tema). Infine segnaliamo una traduzione e un doppiaggio italiani buoni, anche se naturalmente in inglese il titolo ha un sapore decisamente più marcato.
In definitiva
In sintesi, South Park: Scontri di-Retti per Switch è un buon porting. Siamo di fronte ad un gioco adatto sia ai fan del cartone animato sia ai fan dei giochi di ruoli a turni. Una profondità di meccaniche veramente sorprendente accompagna un prodotto quadrato sotto l’aspetto ludico ma che fatica ad emergere per quanto riguarda storia e ottimizzazione tecnica. Che abbiate giocato o no il primo capitolo, se appartenete ad una delle categorie sopracitate, è un prodotto che non dovete farvi scappare.
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