Lo sciopero degli sceneggiatori e quello degli attori ad Hollywood continuano a tenere l’intera industria cinematografica sul filo spinato. Molti gli interessi intorno a questa vicenda, come anche moltissime produzioni interrotte ed eventi spostati a data da destinarsi. Ma, sembra proprio che qualcosa si stia muovendo e che ci siano delle possibilità di una conclusione, almeno per quanto riguarda gli sceneggiatori.
Infatti, dopo quattro incontri consecutivi tra il WAG – Writers Guild of America, il sindacato che rappresenta gli sceneggiatori in sciopero, e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, l’associazione che rappresenta gli Studios, potrebbe esserci un accordo che metta fine ai disaccordi tra le due fazioni. Difatti, in quel di Hollywood, l’AMPTP ha inviato al WGA una “migliore e ultima offerta” per il rinnovo del contratto triennale di categoria.
Lo sciopero degli sceneggiatori ad Hollywood avrà una fine a breve?
I dettagli di questa migliore e ultima offerta non sono stati resi noti, ma si vocifera che gli Studios abbiano deciso di accordare alcune delle richieste più importanti del WAG: aumento della paga minima, garanzie nella fase di scrittura della sceneggiatura, aumento dei diritti d’autore per le opere in streaming e tutele contro l’intelligenza artificiale.
LEGGI ANCHE: DUNE – PARTE 2 È STATO RINVIATO UFFICIALMENTE A CAUSA DELLO SCIOPERO DI ATTORI E SCENEGGIATORI
Se davvero lo sciopero avesse una fine, tutta Hollywood tirerebbe un sospiro di sollievo. Gli scioperi hanno generato un effetto a cascata in grado di nuocere gravemente ad ogni aspetto dell’economia della California meridionale, portando ad una ricaduta economica superiore ai circa 2,1 miliardi di dollari. Va da sé, quindi, che una risoluzione della vertenza sindacale sia da auspicarsi calorosamente.
E lo sciopero attori?
Se si vede una fine per lo sciopero sceneggiatori, lontano invece è quello degli attori. Il sindacato degli attori, lo Screen Actors Guid (SAG) deve vedersi – ancora – riaperto il tavolo delle trattative con i dirigenti degli Studios, saltato a metà luglio. E per tutto questo lasso di tempo, le strade di Hollywood sono divenute il palcoscenico di picchetti e proteste.
Il tutto, capitanato da Fran Drescher (la Francesca Cacace de La Tata), presidente del sindacato SAG -AFTRA, la quale affermò come quanto tutto ciò fosse necessario: “Non avevamo scelta. Noi siamo le vittime qui. Siamo vittime di un’entità molto avida.” Non solo parole, ma anche fatti: lo sciopero ha subito bloccato, con effetto immediato, tutte le produzioni di film e serie tv (già rallentate dalla protesta degli sceneggiatori.) Le richieste sono simili a quelle della Writers Guild, con l’aggiunta del 2% delle entrate totali generate dagli spettacoli in streaming.
Quindi, ricapitolando: se gli sceneggiatori scendono ad un compromesso che li rende felici e soddisfatti e lo sciopero termina, rimane ancora in ballo quello degli attori, ben poco felici e ancor meno soddisfatti. Sono due facce della stessa moneta che, a prescindere da testa o croce, cadrà su una Hollywood bloccata, ferma e in caduta economicamente libera.