È oramai un fatto assodato il grave impatto negativo che ha avuto della crisi dei semiconduttori su gran parte dell’economia globale. Proprio per questo motivo, il Parlamento Europeo ha approvato il Chips Act, un programma ideato dall’Unione Europea per aumentare la produzione di semiconduttori sul territorio comunitario e spezzare il rapporto di dipendenza con quei Paesi che, di fatto, detengono il monopolio dei semiconduttori.
Approvato il Chips Act: cosa ci aspetta?
L’iter di approvazione del Chips Act è iniziato nel febbraio dello scorso anno, durante la fase più acuta della crisi dei semiconduttori che ha determinato l’interruzione delle catene di approvvigionamento e il conseguente blocco della produzione di molti beni: basti solo pensare ai tempi di attesa biblici nel settore automotive, oppure alla forte scarsità di PlayStation 5.
Dopo varie vicissitudini, dovute soprattutto ai “negoziati” tra Commissione europea e Governi dei vari Stati membri, la proposta è arrivata finalmente davanti al Parlamento Europeo. L’organo rappresentativo dei cittadini europei ha accolto quasi all’unanimità il piano, con 587 voti favorevoli e solo 10 contrari.
Grazie al nuovo provvedimento europeo, l’UE sta cercando di scardinare l’Asse commerciale tra Stati Uniti, luogo in cui vengono progettati la maggior parte dei chip, e Taiwan, Corea del Sud e Cina, ossia i Paesi in cui la quasi totalità dei semiconduttori strategici vengono realizzati.
Fino a questo momento, la capacità combinata degli Stati membri di produrre semiconduttori è risultata inferiore al 10%. Ciò ha evidenziato una vulnerabilità chiara e incombente nelle strategie internazionali comunitarie.
Gli obiettivi e gli strumenti del Chips Act
Il provvedimento approvato dal Parlamento UE mira a quadruplicare la produzione interna di semiconduttori per arrivare nel 2030 a coprire il 20% della produzione globale di chip. Un obiettivo certo molto ambizioso che però viene sostenuto dalle Istituzioni europee attraverso la costruzione di un “ecosistema favorevole” capace di attrarre capitali europee ed extracomunitari.
Oltre a ciò, l’Unione Europea ha previsto anche un massiccio piano di finanziamenti interni diretti a sostenere e a far sviluppare le società europee che già operano in questo settore. La Commissione rassicura che l’UE sosterrà in misura maggiore la crescita delle piccole e medie imprese. Il totale delle risorse stanziate in questo senso ammonta a 43 miliardi di Euro.
Da ultimo, il Chips Act prevede anche delle limitazioni alla partecipazione di società collegate a Paesi come la Cina o Taiwan. Tutto ciò, al fine di porre un freno alla fuga di segreti commerciali e industriali verso questi Stati.
Thierry Breton, Commissario al mercato interno dell’Unione Europea, si è detto contento per l’approvazione del piano da parte del Parlamento. “Il Chips Act sarà uno strumento di leadership tecnologica e industriale per l’Europa” ha commentato Breton su Twitter, “non c’è politica industriale senza fabbriche e senza semiconduttori”.
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