Le community dei titoli Riot Games come League of Legends o Valorant, è a dir poco gigantesca, con diverse persone nella community ad essersi fatti un nome attraverso lo streaming, come ad esempio Brizz, ex giocatore professionista dell’ormai famosissimo MOBA e tra i più conosciuti in Italia nella scena. Egli tuttavia si è reso protagonista di uno spiacevole provvedimento da parte del grosso publisher, il primo così severo in Italia.
Riot Games è da molti anni al lavoro per contrastare i comportamenti tossici delle proprie community, agendo in particolar modo su coloro che dovrebbero essere un esempio positivo per i giocatori, quali gli streamers. Brizz a quanto pare non sarebbe incluso nella categoria, facendo parte dei “cattivi” della community, quelli che anziché promuovere il bel gioco, promuovono tossicità.
Proprio dei comportamenti simili sono stati a lungo oggetto di ban da parte di Riot Games, con diversi streamers in passato ad essere stati colpiti dal martello della giustizia ed essere allontanati dai giochi del publisher, ma la sospensione a tempo indeterminato su ogni titolo, tutto sommato si tratta di un provvedimento poco utilizzato e di fatto raro, il quale viene applicato solamente a chi davvero esagera con i suoi comportamenti. Brizz è adesso entrato ufficialmente tra i “fortunati” casi appartenenti a questa rara categoria.
Brizz si aggiudica il primato in Italia, cosa succederà ora?
Ribadiamo che questo tipo di provvedimenti, con una portata piuttosto grande ed estesa a qualsiasi account creato su qualsiasi gioco Riot Games, presente e futuro, è stato usato raramente a livello globale. Luca “Brizz” Brizzante rappresenta il primo streamer della scena in Italia a subire questo tipo di ban, causato proprio dai suoi comportamenti tossici, i quali inevitabilmente si ripercuotono in gioco.
Lo stesso streamer non ha mai nascosto il suo comportamento, sia a livello di streaming, che a livello di post e commenti sui social, con diversi esempi a dimostrazione del suo modo di esprimersi o di avere a che fare con altri giocatori, innocuo e anzi, divertente per parte della community, ma evidentemente troppo per i “capi” alla Riot Games, stufi del cattivo esempio dimostrato finora.
La cosa non è stata presa bene da Brizz, il quale ha parlato delle colpe a lui addossate in diretta streaming successivamente alla diffusione della notizia del suo ban, spiegando a tutti il suo lato della questione e come Riot Games avrebbe esagerato nei suoi confronti, con le relative ragioni sul perché non meritava un simile provvedimento. In ogni caso per il futuro, Brizz ha dichiarato di voler portare altri contenuti, vale a dire videogiochi differenti, non obbligatoriamente online.