House of Cards fin dalla sua prima stagione ha riscontrato un ottimo successo di pubblico e critica, diventando fin da subito una delle produzioni Netflix più seguite nel mondo. In Italia fu distribuita tramite Sky Atlantic e si rifà alla miniserie originale BBC del 1990. Come accennato è stato un successo senza pari in quel periodo e la critica fin dalla prima stagione ha riconosciuto la sua qualità. Robin Wright, Kevin Spacey e David Fincher hanno ricevuto degli Emmy e anche dei Golden Globes per le loro performance attoriali per i primi due e registiche per il terzo, arricchendo l’ottima base su cui House of Cards poteva già vantare.
Nei panni del protagonista Frank Underwood Kevin Spacey stava offrendo una grande prova attoriale, donando senza dubbio una marcia in più a tutta la produzione Netflix. Nel 2017 però, successivamente alle accuse di molestie e abusi contro di lui, Netflix annunciò che la sesta stagione sarebbe stata l’ultima di House of Cards e come se non bastasse non avrebbe avuto come protagonista Frank Underwood: poco dopo l’annuncio fu confermato anche il licenziamento del due volte premio Oscar.
Precisamente il 29 ottobre 2017 all’interno del caso Harvey Weinstein, Spacey viene accusato di molestie sessuali da parte dell’attore Anthony Rapp per un fatto risalente al 1986 quando Spacey aveva 26 anni e Rapp solo 14: poco la diffusione del caso, Spacey fa coming out dichiarando la propria omosessualità e chiedendo scusa a Rapp, affermando inoltre di non ricordarsi dell’accaduto poiché sotto effetto dell’alcol. In seguito vengono mosse anche altre accuse della stessa natura nei confronti dell’attore: otto membri della troupe di House of Cards, nonché il figlio dell’attore Richard Dreyfuss e quello della giornalista Heather Unruh dichiarano di essere stati molestati da Spacey mentre altri casi risalirebbero al periodo in cui quest’ultimo era direttore artistico dell’Old Vic.
House of Cards e la caduta di Kevin Spacey
Il 17 luglio 2019 cadono le accuse presentate dal figlio di Heather Unruh e il caso viene archiviato. Uno dei casi più eclatanti di quel periodo storico risale all’ 2 agosto 2019, quando Spacey fa il suo ritorno in pubblico dopo mesi di silenzio mediatico recandosi al Museo nazionale romano di palazzo Massimo di Roma dove recita la poesia Il pugile a riposo del poeta Gabriele Tinti.
Il 1º gennaio 2020 anche la seconda accusa di molestie viene archiviata dal Tribunale distrettuale di Los Angeles mentre il 21 novembre 2021 viene reso noto che, a seguito del suo allontanamento dalla produzione di House of Cards, Spacey è stato condannato a pagare un risarcimento di 30 milioni di dollari alla MRC, lo studio dietro alla serie.
Il 26 maggio 2022 il Crown Prosecution Service incrimina formalmente Spacey con quattro capi di imputazione per molestie sessuali nei confronti di tre uomini quando questi erano tutti ancora pre-adolescenti, avvenute a Londra e nel Gloucestershire tra il 2005 e il 2013.
Nell’ottobre del 2022 una giuria di New York ha assolto Spacey perché il fatto non sussiste, nella causa civile da 40 milioni di dollari che gli aveva intentato Anthony Rapp, attore che l’aveva accusato di averlo molestato durante la sua adolescenza. Il 26 luglio 2023 l’attore è stato giudicato non colpevole di abusi e molestie sessuali contestate a Londra; il verdetto dei dodici giurati popolari radunatisi dinanzi alla Southwark Crown Court, è arrivato dopo circa un mese di udienze e tre giorni di camera di consiglio.
House of Cards, dopo l’innocenza di Spacey ci sono speranze per un finale diverso su Netflix?
Nonostante questo sia House of Cards che Spacey sono stati vittima della cancel culture prima che il tutto potesse essere definitivamente confermato o smentito dal caso di molestie. Così come accaduto con Johnny Depp anche l’interprete di Frank Underwood ha subito la stessa sorte, vedendosi oltre il ruolo in House of Cards cancellati anche altri progetti futuri dove quest’ultimo presenziava come protagonista, senza che le accuse verso di lui venissero date per certe. Anche se la vediamo difficile potrebbe esistere una possibilità di risollevare e concludere come si deve la serie Netflix magari con un film, anche se è ancora troppo presto o forse troppo tardi (dipende dai punti di vista ndr), parlare di una cosa del genere.
Le acque non si sono ancora movimentate e a quanto pare nemmeno gli addetti ai lavori hanno ancora smosso un dito in merito, successivamente all’innocenza del noto attore. Netflix non ha ancora pubblicato un post al riguardo e probabilmente difficilmente lo farà. Il problema della cancel culture ha rovinato, sta rovinando e rovinerà la carriera di molti altri attori se si agisce in questo modo, e oggettivamente parlando una “casa di carte” costruita con impegno e sudore nel corso del tempo potrebbe crollare con un leggero soffio di vento, o con delle accuse non ancora confermate o smentite.