Nella notte italiana tra il 17 e il 18 giugno Netflix ha pubblicato il primissimo trailer della serie live-action di One Piece. Il video ha scatenato mille reazioni sul web, di tutti i tipi. La piattaforma streaming ha alzato i veli su questo progetto dopo aver stuzzicato i fan per giorni se non settimane.
Dopo diversi anni dal suo annuncio, avvenuto nel 2017, due anni fa Netflix aveva presentato il logo e il cast di questo live-action. Successivamente, lo scorso gennaio era stata annunciata la finestra d’uscita della serie, con tanto di lettera di Eiichiro Oda. Alla fine, durante il Netflix TUDUM abbiamo visto il primo trailer e la data d’uscita precisa, prevista per il 31 agosto.
In questo trailer si sono visti per la prima volta mugiwara nel design della serie: dal Luffy di Iñaki Godoy al Roronoa Zoro di Mackenyu, fino alla Nami di Emily Rudd. Tra i vari personaggi visti nel trailer, le maggiori discussioni sono state intorno alla navigatrice della Going Merry. In molti sono rimasti convinti dalla versione del live-action, ma ci sono anche molti dubbi e critiche.
Perché avere fiducia nella Nami di Rudd
Quando nel novembre 2021 scoprimmo cast del live-action, la presenza di Emily Rudd come Nami fu una delle scelte più apprezzate dai lettori di One Piece. Non solo per la somiglianza tra l’attrice e la mugiwara: ma perché Rudd è sempre stata una grande fan degli anime e dei manga, e della stessa Nami, come si può notare dai numerosi post sulla sua pagina Instagram.
Il trailer ha confermato in gran parte le buone aspettative per la sua versione. Nami vediamo far capolino in diverse scene: in una la vediamo quasi litigiare con Zoro; in un’altra invece combattere la Marina insieme allo spadaccino e a Luffy. In questi e in altri momenti, l’impressione non può che essere positiva per la versione della navigatrice interpretata dalla Rudd.
Come detto, non mancano le critiche: a partire dall’aspetto del live-action, differente dal manga. Il punto è che molte di queste polemiche nascono dal confronto con la Nami degli ultimi volumi, o comunque successiva al timeskip. Ci teniamo a precisare che la serie Netflix adatterà la saga dal Mare Orientale: volumi in cui Oda disegna una navigatrice molto diversa non solo dal post-timeskip, ma anche dalle saghe di Alabasta o Skypeia (molto in là rispetto al Mare Orientale). Il che rende un po’ dubbie queste critiche.
Naturalmente dovremo aspettare ancora qualche settimana per vedere in azione la versione live-action della navigatrice (la serie esce su Netflix il 31 agosto). Ma, per l’appunto, abbiamo fiducia per la Nami di Rudd per quanto visto in questo trailer e per il cuore che ci stanno mettendo (e che hanno sempre messo) lei e il resto del cast nella serie.