Dopo diversi interminabili mesi di attesa che ormai sembrano essere tornati ad essere la norma per Berserk, il capitolo 374 della serie ha finalmente visto la luce e con esso ha avuto inizio, esattamente come avevamo speculato poco tempo fa, un nuovo arco narrativo che potrebbe anche essere l’ultimo per l’opera del compianto Kentaro Miura.
Detto questo, il nuovissimo capitolo di Berserk inizia in modo decisamente inaspettato: dopo diversi mesi passati ad osservare le mosse di Grifis e le conseguenze del rapimento di Caska, infatti, qui torniamo di nuovo su Gatsu e sul suo gruppo, ancora sulla nave dopo essere fuggiti dall’isola degli Elfi.
Il capitolo, molto veloce e con decisamente pochi dialoghi come ci ha ormai abituati Studio GAGA, ci mostra che una nave Kushan ha raggiunto il gruppo, arrivando sulla nave e iniziando a prendere come prigionieri i passeggeri, evidentemente non interessati alle ricchezze né ai gioielli.
Quasi subito infatti il nostro gruppo capisce che i Kushan stanno cercando qualcosa o qualcuno all’interno della nave, e nel corso delle poche pagine del capitolo possiamo scoprire di chi si tratta, per quanto fosse abbastanza prevedibile: i guerrieri Kushan stanno cercando Gatsu, ancora per terra nella stiva distrutto dal rapimento di Caska e dall’incontro con Grifis avvenuto poco prima.
Il Guerriero Nero sembra avere definitivamente abbandonato la propria arma, assieme a ogni voglia di combattere e di continuare a vivere. Ma proprio quando tutto sembra perduto e i Kushan sembrano averlo preso (questo, in realtà, sembra volutamente lasciato ambigui alla fin del capitolo 374 di Berserk) fa il suo ritorno un vecchio alleato: Rickert.
L’ex membro della Squadra dei Falchi fuggito da Falconia in seguito alla richiesta di Grifis di unirsi alle sue milizie si è unito all’esercito dei Kushan, probabilmente intenzionato a fermare le mire espansionistiche dell’ex comandante. Il ragazzo, unico sopravvissuto all’Eclissi, potrebbe rappresentare la chiave per liberare Gatsu dalla situazione di stasi in cui si trova e donargli ancora una volta una ragione per combattere e per credere nella possibilità di un futuro migliore.
