Strauss Zelnick, CEO di Take-Two, ha recentemente discusso l’evoluzione del prezzo dei videogiochi, un argomento che ha suscitato molto interesse e dibattito nel settore. Le sue dichiarazioni meritano sicuramente una riflessione date le possibili implicazioni per il futuro del mercato dei videogiochi.
Il Punto di Vista di Zelnick
Zelnick ha affrontato la questione dell’aumento del prezzo dei videogiochi, sostenendo che i consumatori stanno iniziando a limitare i loro acquisti e le loro spese. Questo cambiamento comportamentale è dovuto in parte all’attuale clima di inflazione, che costringe i consumatori a ponderare attentamente le loro spese.
Al netto di questo, come già in precedenti dichiarazioni del 2021 dove si dichiarava – lui – pronto per i videogiochi a 70$ non ci saranno passi indietro da parte di Take Two e con tutta probabilità da parte di tutta l’industria videoludica.
Nonostante la riduzione delle vendite unitarie, Sony ha registrato entrate record sui giochi venduti grazie al nuovo prezzo di 70 dollari.
Il Mercato dei Videogiochi e l’Aumento dei Prezzi
Mentre alcuni editori, come SEGA, Capcom e Nintendo, sono ancora incerti se aumentare i prezzi, la maggior parte dei consumatori ritiene che 70 dollari sia un prezzo eccessivo per i giochi AAA.
Di conseguenza, i consumatori stanno cercando di limitare le loro spese, acquistando solo titoli di grande successo, molto attesi oppure giochi che offrono un buon rapporto qualità-prezzo. Questo però è dettato con tutta probabilità da una situazione di stallo temporanea dove si ci deve “abituare” alla variazione del mercato.
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L’aumento dei prezzi, corrisponderà a un aumento della qualità dei videogiochi?
Con l’industria dei videogiochi in continua evoluzione, le dichiarazioni di Zelnick evidenziano un cambiamento significativo nel comportamento dei consumatori. L’aumento del prezzo dei videogiochi sta chiaramente influenzando le decisioni di acquisto, con i giocatori che diventano più selettivi nei loro acquisti.
Tutto questo, evidenziato da Zelnick è un fatto incontrovertibile ma lascia spazio a una riflessione importante. Seppur sia vero che l’inflazione ha determinato un aumento dei costi per qualsiasi bene di consumo e non, restituendo nient’altro che una diminuzione nel poter d’acquisto dei consumatori. Difficilmente vedremo un passo indietro rispetto le politiche di sviluppo dei giochi AAA, e non solo, dove a un aumento del costo di accesso per il gioco non corrisponderà un contenuto piu’ completo.
È opinione di chi scrive, che la distribuzione dei contenuti non completi da arricchire in step succesivi via DLC sia oramai un piaga incurabile, che con tutta probabilità peggiorerà vedendo un aumento dei prezzi anche relativamente ai DLC.
L’unico strumento di cambiamento che abbiamo è quello di non favorire un mercato che va verso questa direzione, premiando software house e giochi che rispettano il videogiocatore.