Gli influencer non ci stanno. Il bando che ha vietato l’accesso a Tiktok allo Stato del Montana non ha ottenuto consensi dalla popolazione, in particolare dagli assidui utilizzatori della piattaforma che ne hanno fatto un lavoro e che adesso si ritrovano senza la loro fonte di guadagno.
Il divieto del repubblicano Greg Gianforte è stato approvato e messo in atto nello Stato per contrastare la possibilità che il Partito Comunista Cinese raccolga i dati personali dei cittadini, in quella che è una continua lotta per garantire la protezione dei dati alla popolazione e che ultimamente, in particolare per quanto riguarda la piattaforma di Tiktok conosciuta per l’assurdo quantitativo di informazioni raccolte citate nei termini e condizioni, sta convincendo sempre più governi ad agire.
Il Montana è ufficialmente il primo Stato Americano a limitare l’utilizzo di Tiktok, dopo che Canada, Australia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Stati Uniti ne avevano impedito l’accesso e l’utilizzo ai membri del governo per i rischi in materia di salvaguardia dei dati personali. La legge impone a Google, Apple e altri fornitori di applicazioni di non renderla disponibile sui propri store, pena una multa fino a 10.000 dollari.
Le ragioni della causa degli influencer di Tiktok
Secondo quanto si apprende, sono Samantha Alario, Heather DiRocco, Alice Held, Carly Ann Goddard e Dale Scout gli influencer che hanno deciso di citare in giudizio il procuratore generale dello Stato, Austin Knudsen, nel tentativo di ripristinare quello che è a tutti gli effetti un modo per loro di guadagnare soldi e di interfacciarsi con il gran numero di utenti che li seguono su Tiktok e sui social in generale.
Essi sostengono che il divieto va contro la libertà di pensiero, di parola e di stampa, violando a tutti gli effetti il primo emendamento della costituzione americana. Oltretutto, secondo loro, il governo si starebbe attribuendo un potere decisionale che non gli concerne, una giurisdizione riguardante la sicurezza nazionale che invece spetta al Governo Federale.
L’appello recita: “Il Montana non può vietare ai suoi cittadini di visualizzare o postare su TikTok più di quanto possa vietare il Wall Street Journal sulla base dell’identità del suo proprietario o delle opinioni che trasmette“. Con tale causa aperta c’è dunque la possibilità che la decisione di limitare il social venga ritirata, che si provi ad arrivare ad un compromesso o che si cerchi una soluzione alternativa, coinvolgendo anche altre parti nella decisione.
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