Grimes, la cantante e compositrice canadese famosa anche per essere stata al fianco di Elon Musk, si è espressa a favore dell’uso dell’IA nella creazione musicale. Dopo recenti eventi che l’hanno riguardata, nei quali è intervenuta anche UMG per motivi terzi la cantante ha dichiarato che sarebbe felice di dividere le royalties su una canzone di successo.
Divido il 50% delle royalties su qualsiasi canzone di successo generata da AI che utilizzi la mia voce”, ha twittato. Stesso accordo che avrei con qualsiasi artista con cui collaboro. Sentitevi liberi di usare la mia voce senza penalità. Non ho etichetta e nessun vincolo legale.
Dichirazione di Grimes, su twitter
Sebbene Grimes sostenga l’uso dell’AI, quest’ultima sta portando una rivoluzione anche in un settore che si vede particolarmente minacciato nella sua integrità. Una delle sfide recenti riguarda proprio “Heart on My Sleeve”, creata dall’utente TikTok Ghostwriter977. La canzone è diventata virale dopo essere stata condivisa su TikTok il 15 aprile, generata via IA ha riscosso un grande successo su TikTok.
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Prima di raggiungere milioni di visualizzazioni su TikTok, tuttavia, era stata caricata su Spotify e Apple Music il 4 aprile. Universal Music Group, la più grande azienda musicale al mondo e casa madre di Republic Records, è intervenuta subito nella questione data la presenza della voce di Drake nella canzone ed ha recentemente chiesto ai servizi di streaming di bloccare l’accesso da servizi AI che potrebbero utilizzare la musica sulle loro piattaforme per addestrare i loro algoritmi. Per tutta risposta, la traccia è stata rimossa e non è piu’ disponibile nei servizi prinicipali di streaming musicale come Apple Music, Spotify, Tidal e YouTube.
UMG ha dichiarato in una recente dichiarazione a Rolling Stone:
L’addestramento dell’IA generativa che utilizza la musica dei nostri artisti (che rappresenta sia una violazione dei nostri accordi che una violazione della legge sul copyright), così come la disponibilità di contenuti illeciti creati con l’IA generativa sui DSP, pone la domanda da quale parte della storia tutti gli attori dell’ecosistema musicale vogliano stare: dalla parte degli artisti, dei fan e dell’espressione creativa umana, o dalla parte dei falsi profondi, delle frodi e della negazione agli artisti del loro giusto compenso. Questi casi dimostrano perché le piattaforme hanno la fondamentale responsabilità legale ed etica di impedire l’uso dei loro servizi in modi che danneggiano gli artisti.
Universal Music Group
Per quanto riguarda la posizione di Grimes, domenica ha espresso un’opinione diversa, twittando che è a favore dell’ “open source di tutta l’arte e dell’uccisione del copyright“.
Fonte: Rollingstones