Lo scorso 31 marzo il Garante della Privacy ha bloccato ChatGPT in Italia per la raccolta illecita di dati personali, anche se il chatbot di OpenAi è stato accessibile tramite VPN. Nei giorni successivi al blocco erano arrivate alternative a esso, come il clone tutto nostrano PizzaGPT.OpenAi e il garante si sono incontrati la scorsa settimana, e oggi il Garante ha espresso pubblicamente la sua decisione riguardo il destino del chatbot.
Il garante ha infatti decretato che ChatGPT potrà tornare ad essere disponibile in Italia, ma solo se il chatbot verrà messo in regola entro la fine di questo mese. Per farlo dovrà soddisfare alcune richieste dell’autorità amministrativa “per la protezione dei dati personali riguardo a informativa, diritti degli interessati (utenti e non utenti), base giuridica del trattamento dei dati personali per l’addestramento degli algoritmi con i dati degli utenti“.
Le condizioni del Garante della Privacy
Il Garante ha chiesto a OpenAi di introdurre diversi elementi per mettersi in regola, partendo da delle informative trasparenti e facilmente accessibili, che mostrino le modalità e la logica alla base del trattamento dei dati personali e dei diritti che sono attribuiti sia agli utenti che ai non utenti. Prima di accedere, gli utenti italiani dovranno visualizzare anche la dichiarazione della maggiore età. A quest’ultimo si lega anche la richiesta di un sistema di verifica dell’età che dovrà essere implementato entro fine settembre (Open Ai potrà sottoporre un piano al Garante entro il 31 maggio).
ChatGPT dovrà avere anche una base giuridica che servirà ad indicare il consenso o il legittimo interesse per il trattamento dei dati degli utenti e ad eliminare ogni riferimento all’esecuzione di un contratto. Con Gli utenti e gli interessanti non utenti dovranno avere a disposizione il diritto di opposizione con il quale potranno richiedere al bot la cancellazione dei dati e delle informazioni non corrette su di loro che potrebbero essere generati da esso (come successo in Australia con la diffamazione del sindaco Brian Hood).
Infine gli è stato richiesto di creare una campagna di informazione sui media sulle modalità dei trattamenti dei dati personali per l’addestramento dei vari algoritmi, che lo stesso Garante dovrà approvare.
Fonte: HDBlog.it.